Palazzi & potere
Altro che meritocrazia: palazzo chigi può fare come gli pare!
Matteo Renzi deve avere davvero tanti amici ai quali dover restituire favori. Altrimenti non si spiegherebbero tutti questi espedienti per agevolare la loro carriera con stipendi a cinque zeri. Ma siccome in Italia trovare lavoro è sempre un problema, e il suo Jobs Act non funziona, ecco inventarsi trucchetti legislativi che gli permettano di piazzare tutto il «Giglio magico» nei posti di potere.
Chi nutre ancora dubbi sul fatto che il presidente del Consiglio si faccia le leggi per sé, ecco una direttiva che, zitto zitto, ha varato il 1° giugno, dal titolo eloquente: «Criteri e modalità per il conferimento degli incarichi dirigenziali». Perché anche lui scrive il Giornale, come Angelino Alfano, i suoi amici e parenti li vuole trattare bene, e non si accontenta solo di trovargli un posto di lavoro, li vuole tutti dirigenti. La parte più interessante della direttiva è al punto 6, «Criteri di valutazione nel conferimento degli incarichi» dove si dice chiaramente: «Nei casi in cui nessun dirigente di ruolo invii manifestazione di interesse, o nessun dirigente di ruolo sia individuato quale idoneo all'incarico nell' ambito dell' interpello, è possibile individuare la professionalità necessaria ricorrendo a personale dirigenziale di altre amministrazioni o estranei alla dirigenza () La preventiva pubblicazione dell' interpello è esclusa altresì limitatamente all' incarico di capo delle strutture di missione».
Tradotto: Renzi da oggi può nominare chi gli pare e piace.
O meglio, può farlo ancor di più di quanto non l' abbia già fatto fino ad oggi. Può nominare come dirigente pure sua nonna. Con questa direttiva ha eliminato tutti gli ostacoli che ci potessero essere e, come al solito, senza passare dal Parlamento, per permettere agli amici di sedersi su poltrone importanti.