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Palazzi & potere
Andrea Pancani, La7: ecco come cambierà l'informazione con Mario Draghi

Andea Pancani è vicedirettore TgLa7 e conduttore del talk mattutino "Coffee Break", uno dei programmi abituati a battere la concorrenza: da lui passa tutta la politica che conta. Con lui abbiamo affrontato il tema dell'informazione nell'"era" Draghi. “Fino alla fine della crisi di Governo con Renzi, che è stata così particolare, in un momento tanto difficile per il paese, è evidente che i talk show e chi si occupa di informazione ne abbia beneficiato. C'è infatti una vasta fascia di pubblico, su La7 ma non solo, che è affamato di politica e segue quotidianamente tutti i fatti di politica. Una crisi di governo è il tripudio della politica in tal senso. C'è quindi interesse rispetto alle voci in campo, alle dinamiche della crisi, alla possibile risoluzione, al mandato esplorativo di Fico ad esempio. Qualcuno si era già prefigurato l'epilogo. Poi è arrivato Draghi e così la curiosità ha continuato a crescere. L'interesse dei telespettatori verso la figura di Mario Draghi al Quirinale, sentire poche parole nell'accettazione dell'incarico, vederlo in Parlamento e sentire il suo discorso al Senato e alla Camera ha destato ancora maggiore attenzione nel pubblico. Questo ha segnato punte di ascolto molto alte, al di là delle legittime critiche rispetto a una cosiddetta squadra dei migliori. Draghi ha fin da subito fatto capire che non avrebbe parlato, che non avrebbe utilizzato i Social in maniera tracimante come il suo predecessore Conte. Adesso parlano per lui i ministri, con la Gelmini e Speranza ad illustrare il nuovo Dpcm e il premier dietro le quinte. Le note arrivano come una sorta di ordini di servizio in modo inedito dal passato. Pensiamo ad esempio alla defenestrazione di Arcuri o a quella del capo della Protezione Civile. Tutto questo viene comunicato in maniera totalmente diversa dal passato".

Cosa dobbiamo aspettarci in fatto di ascolti per le trasmissioni e i talk show di approfondimento politico?

“L'interesse per i temi come la vaccinazione di massa e i provvedimenti restrittivi andrà calando. A quel punto occorrerà affrontare le questioni economiche, gli ammortizzatori sociali, i ristori che diventano sostegno, la grandissima partita del Recovery Plan italiano. Ma anche le infrastrutture, la sostenibilità ambientale, tutti temi per i quali occorre entrare nel merito, scavare con competenze precise. Ai giornalisti sarà richiesto di essere più documentati sui dossier, di essere molto più preparati di prima. D'altro canto questi temi appassionano meno ma sta nella capacità di chi fa informazione renderli argomenti caldi e sentiti. Rispetto agli scorsi mesi nei prossimi inevitabilmente qualcosa cambierà negli ascolti. Come era accaduto con l'arrivo di Monti, periodo febbrile che dopo le prime procedure istituzionali è poi diventato una routine con le pensioni e i primi provvedimenti. Diciamo che se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, allora ci ha mostrato che si può diventare preparati e studiare settori tecnici come i virus, la medicina, le infezioni. Speriamo quindi di saper attrarre i telespettatori anche se si ha a che fare con argomenti più ostici e tecnici”.

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