Banche, Etruria: dubbi sulle versioni del procuratore di Arezzo
Banche, Etruria: Andrea Augello accusa il magistrato di «non aver detto la verità, esponendo una tesi falsa»
Le carte già a disposizione mostrano infatti che durante l' audizione di giovedì il procuratore Roberto Rossi, titolare dell' indagine, avrebbe fornito versioni diverse da quelle che risultano agli atti. Tanto che alcuni esponenti dell' opposizione lo accusano addirittura di «aver mentito prospettando una situazione ben diversa da quella che invece ha portato al fallimento», scrive il corriere della sera.
Sono proprio le relazioni, gli scambi di lettere e le citazioni per le azioni di responsabilità a fornire il quadro che stride con le dichiarazioni dell' alto magistrato. Anche tenendo conto che Rossi ha dichiarato di avere tuttora in corso «approfondimenti sul ruolo di Bankitalia e Consob», pur consapevole che si tratta di attività per le quali è competente la procura di Roma.
Il secondo punto, continua il corriere della sera, sul quale saranno effettuati ulteriori controlli riguarda la posizione dell' ex vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena. Durante la sua audizione il procuratore Rossi ha dichiarato che Boschi e gli altri componenti dei Cda a partire dal 2010 non sono tra gli indagati per bancarotta «perché non hanno partecipato alle riunioni degli organi della banca che hanno deliberato finanziamenti finiti poi in sofferenza». Ma anche perché «non avevano informazioni sufficienti sulle operazioni». Una posizione che ha scatenato le opposizioni. Con una richiesta formale il senatore di Idea Andrea Augello accusa il magistrato di «non aver detto la verità, esponendo una tesi falsa» e per questo ha chiesto al presidente Pier Ferdinando Casini di sollecitare Bankitalia alla trasmissione di nuovi documenti.
E spiega: «Tutte le linee di credito e richiedono un formale rinnovo, generalmente ogni 18 mesi. È impossibile che il nuovo cda si sia baloccato solo con crediti insolventi, ma deve aver rinnovato tra il 2010 e il 2012 tutti i crediti privi di garanzie erogati nel biennio precedente. E questo è peggio di quanto fatto da chi li ha concessi anche perché ha ritardato la possibilità di avviare una procedura di recupero, finché la situazione non è divenuta insostenibile e il cda ha proceduto ad una serie di svalutazioni, azzerando il patrimonio aziendale».