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Palazzi & potere
Governo, Transizione 4.0: tutte le novità

Negli ultimi anni, a partire dal 2016, i Governi italiani hanno cercato di sostenere gli investimenti in tecnologie di industria 4.0, fornendo una spinta ulteriore al miglioramento della competitività delle imprese italiane. Questo sostegno si è concretizzato in tre piani nazionali comprendenti incentivi e agevolazioni dedicati; il primo step è stato il piano "Industria 4.0", fortemente voluto dall'allora Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, seguito poi da "Impresa 4.0" e, successivamente, da "Transizione 4.0", il piano attualmente in vigore e in "revisione" tramite la Legge di Bilancio 2021.La scelta semantica non è casuale ma indice della precisa volontà di tracciare un percorso che, partendo d all'ambito produzione, porti ad una digitalizzazione di, potenzialmente, qualsiasi area aziendale, unita alla scelta di ampliare la platea di imprese interessate e di "investimenti ammissibili", spaziando da beni materiali (quindi macchinari) ai beni immateriali (software, ma non solo) passando anche per la formazione del personale e il sostengo a ricerca e sviluppo. I risultati, in questo caso, non si sono fatti attendere e gli investimenti delle imprese italiane in ambito 4.0 hanno quindi conosciuto una crescita importante, anche se poi rallentata nel 2019, anno che comunque ha visto un +20% circa rispetto all'anno precedente. (dati dell'Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano). L'ultimo tassello delle politiche messe in campo è quindi il già citato piano "Transizione 4.0", piano pluriennale valido nel triennio 2020-2022, che dovrebbe contare su fondi pari a 25mld di euro, agganciati, almeno in parte, alle risorse erogate dall'UE relativamente al Recovery Found.Il grande cambiamento implementato, oltre alla semplificazione normativa dell'iter di accesso e alla possibilità di beneficiare di incentivi per l'acquisto di beni immateriali senza il vincolo dell'acquisto di beni materiali, è la sostituzione di iper e super ammortamento con agevolazioni sotto forma di credito d'imposta ad intensità crescente per investimenti in beni materiali (macchinari) e immateriali (ad esempio software MES), nonché per gli investimenti in ricerca&sviluppo e formazione del personale legata alle tecnologie 4.0. Rispetto a quanto previsto inizialmente il Piano potrebbe subire alcune modifiche, che non ne varierebbero la struttura generale, tramite l'approvazione della Legge di Bilancio, in votazione in questi giorni, ma che andrebbero a potenziare le misure già previste e ad introdurre alcuni obblighi normativi.Ad esempio, fra gli altri, il credito d'imposta relativo agli investimenti in beni strumentali passerebbe dal 40% al 50% per gli investimenti sino a 2,5 mln di euro mentre quello relativo ai beni immateriali dovrebbe aumentare sino al 20%, altre modifica sarebbe, oltre al dove indicare in fattura l'intenzione di accedere alle misure del Piano, l'obbligo di effettuare comunicazione dedicata al Ministero dello Sviluppo, con tempi e modi però ancora da definire.

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    transizione 4.0governo





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