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Palazzi & potere
M5s, scoop su Di Maio: ecco perchè non vuole l'autonomia regionale

In queste ore, rivela in un dettagliatissimo retroscena Dagospia, meglio non disturbare il Capitano leghista Matteo Salvini. E' vero che si susseguono le riunioni di lavoro per preparare al meglio la "battaglia" europea della prossima settimana e consentire a Giorgetti (GG per gli amici) di spuntare, in cambio dell'ok leghista alla Von der Leyen un posto al sole in Europa (come Dagoanticipato ieri) ma, usando un eufemismo, potremmo dire che in queste ore il leader leghista non è esattamente in "modalità zen", come si suol dire.

Soprattutto, però, se lo incontrate abbiate l'accortezza di non parlargli del Premier Conte e dell'alleato Gigino Di Maio, in queste ore bersagli preferiti, rei di non averlo minimamente difeso a fronte di quelle che a Via Bellerio vengono definite nient'altro che fakenews (ovviamente si tratta dei presunti fondi russi alla Lega).

"Dal Premier ci si sarebbe aspettata quantomeno una difesa d'ufficio, trattandosi oltretutto di un avvocato anziché tirare la volata alla magistratura; invece quando il gioco si fa duro Conte perde il suo solito equilibrio" mentre "il comportamento dei 5 Stelle c'era da aspettarselo, loro fanno sempre così quando gli altri hanno problemi mentre noi quando loro sono stati in gravissime difficoltà non abbiamo mai detto una parola".

Questi i ragionamenti che si fanno in casa Lega (e proprio per questo Matteo ha deciso di ritornare alla linea dura nei confronti dell'alleato 5Stelle) ma è nulla rispetto a quanto potrebbe accadere in tema di autonomia regionale. "Parliamoci chiaro" spiegano alcuni big grillini "se passa l'autonomia regionale Di Maio perde il partito.

Già non controlla più i suoi parlamentari, soprattutto quelli del Sud che sono i più vicini al Presidente della Camera Fico, figurarsi che accadrebbe se facesse passare la legge così come la vuole Salvini". In poche parole, scrive Dagospia, i grillini sarebbero disposti a dire di si a Salvini ma solo dopo averla annacquata ben benino. Il che vorrebbe dire fargli fare la fine del Reddito di Cittadinanza.

Insomma, per il leader pentastellato dare via libera all'autonomia regionale di Matteo Salvini equivarrebbe ad un suicidio politico: vorrebbe dire stendere delle praterie verso quel Roberto Fico amatissimo nel meridione e negli ultimi tempi (sarà solo un caso?) sempre più apprezzato anche da Beppe Grillo.

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