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Palazzi & potere
Mostro di Firenze: spariscono le carte. Scagionati i compagni di merende?

Tutto da rifare. Le nuove tecnologie in mano alla scienza per la rivalutazione dei tempi di maturazione di larve e uova fotografate all' epoca sui cadaveri dell' ultimo duplice omicidio, rimescolano le carte sul caso del "mostro di Firenze", una delle inchieste più complesse e lunghe della storia italiana, il primo caso nazionale di omicidi seriali, scrive Libero.


Al centro dell' attenzione, un killer che dal 1968 al 1985 ha seminato morte e terrore tra le coppiette in cerca di intimità nelle campagne toscane e che, per rimbalzo, ha creato una psicosi da mostro. Otto i delitti attribuiti al maniaco, oltre duecento i nominativi di indagati su cui si è scavato, decine di scrittori e giornalisti in cerca di verità, squadre di inquirenti, FBI inclusa, create ad hoc per seguire le tracce del criminale seriale, aprendo piste ogni volta diverse, fino a ipotizzare che dietro a quei delitti vi fosse una setta satanica e mandanti di secondo o terzo livello. Ipotesi mai riscontrata.


Quello che è certo oggi, dopo numerosi fascicoli aperti in diverse procure, è che per quegli efferati crimini finirono in carcere a vita perché identificati come gli autori di quattro duplici omicidi, i cosiddetti "compagni di merende": Mario Vanni e Giancarlo Lotti (unico reo confesso e accusatore dei presunti complici), mentre il terzo, Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale, è stato condannato in primo grado a più ergastoli e poi assolto in Appello.

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