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Palazzi & potere

Renzi ignora Cantone

Ancora una proroga sulle gare per la pulizia. L’Anac aveva bocciato le procedure Ma il Governo dà altri 128 milioni


 
Errare è umano, perseverare è diabolico. Soprattutto se ti chiami Matteo Renzi e in ballo ci sono decine di milioni di euro. Soldi pubblici, ovviamente. Così nella legge di Bilancio 2017, vedere per credere, all’articolo 56 (“Scuole belle”) il Governo ha deciso di prorogare – fino al 31 agosto 2017 stanziando la bellezza di 128 milioni – gli appalti pubblici per la pulizia delle scuole. Tra i cui beneficiari, scrive la Notizia, ci sono anche alcune imprese finite nell’inchiesta di “Mafia Capitale” e già condannate dall’Antitrust al pagamento di una multa da 110 milioni per aver truccato la gara di cui il Governo vuole ora prolungare la validità. Senza contare che tali Convenzioni Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione), bandite tra fine 2013 e inizio 2015, sono già state oggetto di una segnalazione al Parlamento da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
 

LA DENUNCIA “Ad aprile del 2016 l’Anticorruzione ha risposto alla nostra richiesta di parere dicendo che queste proroghe vanno interrotte perché danneggiano le imprese sane ed oneste, ma il Governo fa finta di nulla”, dice a La Notizia Marco Baldassarre, deputato di Alternativa Libera-Possibile, il gruppo che per primo ha acceso un faro sull’intera vicenda. “Evidentemente”, aggiunge il parlamentare, “è questa l’idea che Renzi ha del cambiamento”. Proprio così. Per l’Anticorruzione, infatti, in questo modo sono stati innanzitutto violati i principi del “libero confronto concorrenziale”. Senza contare che “con specifico riferimento ai servizi di pulizia nelle scuole, il contesto normativo ha contribuito alla restrizione delle condizioni del mercato di riferimento e al consolidarsi delle posizioni degli incumbent” (cioè le aziende di maggiori dimensioni che operano sul mercato). Non solo successivamente a questa segnalazione, puntualmente ignorata, il Governo ha già prorogato una volta tali convenzioni; ora, non contento, si accinge a rifarlo.