Palazzi & potere
Renzi torna a Prodi. Ma allora perché no a D'Alema? E Bersani?
Il sostegno di Giorgio Napolitano è noto, e il premier non manca di ricordarlo: «Questa riforma ha un padre, si chiama Napolitano». Ma il «sì» che manca - e che cambierebbe molte delle posizioni in campo - è quello di Romano Prodi, padre dell' Ulivo, del Pd e icona ancora amatissima nel centrosinistra.
Il Professore - infatti - se ne sta in disparte, forse incerto o forse addirittura turbato dalla violenza dello scontro in atto. Nessuna dichiarazione ufficiale per il «sì» o per il «no» scrive la Stampa, lunghi silenzi sui fatti di politica interna ed attenzione quasi esclusiva verso temi economici (la crisi delle banche) e scenari internazionali.
Oggi come oggi, il suo pronunciamento - il suo «scalpo», per dir così - è il più ambito, sia dalla maggioranza renziana che dalla minoranza interna al Pd.
Quanto possa essere importante il sostegno del Padre Fondatore - che ha con Renzi, però, rapporti assai altalenanti - al premier è chiarissimo: e ha dunque cominciato un esplicito corteggiamento.