RENZI VS TRAVAGLIO: SUL RING DUE STAR DEL TALK SHOW - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

RENZI VS TRAVAGLIO: SUL RING DUE STAR DEL TALK SHOW

Lungo confronto televisivo tra Matteo Renzi e Marco Travaglio moderato dalla Gruber. Un’occasione ghiotta per i commentatori di comunicazione (quindi anche per me).
In primo luogo c’è da dire che la cosa è stata pensata e gestita, credo con il consenso dei partecipanti, come un evento sportivo: un ring, due collaudate star della verbalizzazione in tv, l’interesse del pubblico solleticato soprattutto dall’aspettativa di un bell’incontro e magari di un “vediamo chi vince”. Il gioco delle parti è stato più o meno quello che ci si poteva aspettare.
Renzi loquacissimo, a tratti faceto e con consapevoli ammiccamenti al linguaggio parlato; ma poi passa rapidamente al registro serio e vagamente strappacore, quando parla “da padre” della sicurezza dei figli. E’ tutto concentrato a fare il democratico dialogatore, controllando ogni possibile “caduta nelle provocazioni”; ma con qualche sbavatura, qualche momento di irritazione che lo hanno contratto un po’ in alcuni scambi di battute. Chiede sempre, da “corretto”, di non voler essere interrotto, ma parla il triplo del suo competitor ed è difficilissimo togliergli la parola.
Travaglio il consueto mefistofelico irrisore; cattivo come sa essere solo chi si dice di sinistra nei confronti di chi della sinistra, centrista e moderata, va al governo.  Tutta la sua performance era volta a far dire al “suo” pubblico: “Che forte! Adesso lo sistema”. Non avendo, nella fattispecie dei temi trattati, molti argomenti convincenti contro quelli del premier, volentieri ha accettato di parlare di meno e si è affidato tutto al noto e collaudato modello della ripetizione ironica “svaccatrice” e ossessivo-innervosente. (Memorabile il suo ripetere a martello che il nuovo art. 70 della ipotetica nuova costituzione è scritto male in italiano).
Consueta guerra dei dati (“lei dice cose inesatte” – “i numeri sono questi” – “non è vero”), dei quali nessuno dei due dovrà rendere conto.
Renzi svicola sempre di fronte alle domande secche di Gruber, quelle che richiedono una risposta precisa tra due alternative (memorabile il momento in cui la giornalista gli ha chiesto ripetutamente cosa avrebbe fatto in caso di sconfitta al referendum: il premier non ha mollato e ha sostanzialmente continuato a parlare d’altro).
Travaglio svicola sempre di fronte alle domande secche di Renzi (memorabile, e surreale, il momento in cui Renzi l’ha incalzato ad ammettere che  con la riforma costituzionale il numero dei parlamentari diminuirebbe; non si è arreso nemmeno di fronte all’evidenza, esibendosi in giravolte da trapezista consumato: congratulazioni, non era facile!).
Conclusioni. Un dibattito serio e approfondito in Italia è ormai fuori della portata della politica in tv (e forse della politica in generale). – Chi ha vinto? Probabilmente non doveva vincere nessuno e tutto dipende, ovviamente, dall’atteggiamento dei vari target all’ascolto. Renzi credo più concreto  nel merito. Ma non significa nulla: il sarcasmo distruggitore di Travaglio piace sempre comunque molto all’Italia del “Mandiamoli a casa, tutti ladri, basta con la casta”.



 

Comunicus
*Presidente di grandi agenzie di comunicazione. Docente di marketing