Sala? Colpo al cuore del renzismo. Azzoppati anche i populisti M5S

La rivoluzione renziana è fallita (con la vittoria del No)! Arriva il Termidoro. Colpito il cuore del renzismo (e del grillismo). È cominciata la stagione del proporzionale, bellezza.

Non c'è pace per il renzismo; mentre si registrano già i primi segni di "autonomizzazione" di Gentiloni sulle deleghe Cipe a Lotti e il Pd tutto intero fa sempre più fatica a seguirlo ecco la tremenda botta milanese alla vigilia della delicatissima assemblea nazionale del partito. Più di tutti, più di Giachetti era Sala il candidato di Renzi, il "renzianissimo", colui che meglio di tutti doveva incarnare il nuovo modo di fare politica renziano.

Ora, dunque, quello che è successo ieri non può non esser visto anche come un atto ostile contro Matteo Renzi. E chissà che l'inusuale autosospensione di Sala non serva proprio a chiarirsi le idee con chi su quella poltrona lo aveva fortemente voluto. Per non parlare poi della tregua giudiziaria per "salvare l'Expo". Ma poi evidentemente il vento è cambiato e qualcosa si è mosso. D'altra parte Matteo non è nemmeno più a Palazzo Chigi.

Ma in Transatlantico si fanno anche altre domande: sono stati colpiti insieme i populisti di maggioranza e opposizione, Renzi e Grillo, i fautori del "tutto e subito" maggioritario. Sarà perché sta ritornando l'Italia "alla proporzionale" e nessuno deve disturbare il manovratore? Come più volte abbiamo scritto su Affari.

In Transatlantico c'è chi pensa che non sia affatto finita qui. Che ci potrebbero essere altri sviluppi, ben più rilevanti a segnare la fine di una stagione politica e l'inizio della nuova. E forse anche per questo qualcuno ha pensato di blindarsi così fortemente all'interno del nascente governo Gentiloni.

DjK
*È uno dei principali analisti e consulenti italiani. Attento a tutto ciò che accade nel mondo. Esperto di fatti politici ed economici