Se non mi votate, vi lascio soli - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Se non mi votate, vi lascio soli

Renzi tende a prendere decisioni per il futuro un po’ con lo stile panzer quando la situazione, al momento della decisione, gli è favorevole. Salvo poi dover constatare che, quando il momento per il quale ha deciso si avvicina, le cose vanno un po’ diversamente e lui rischia.Così è stato per l’Italicum: al ballottaggio, aveva stabilito, si voti per il partito e non per la coalizione (così vinciamo sicuro). Adesso quella scelta si sta rivelando un boomerang. E così è per il referendum costituzionale: mi gioco tutto, se perdo vado via (ha detto quando la vittoria del si sembrava una passeggiata). Adesso che tutta la così detta Italia del no, una opposizione che si ingrossa, poteri forti e fortini, media che fiutano il cambiamento d’aria,  sindacati in declino e sempre più conservatori, magistrati che vogliono salvare la nostra democrazia e magari anche favorire le loro possibili carriere politiche con le iscrizioni di chicchessia nel registro degli indagati, intellettuali di sinistra e di destra, nostalgici della svastica, nostalgici dei soviet, ambientalisti bucolici, pentastellati che si avvicinano sbavanti al bersaglio grosso, Nazareni pentiti etc, adesso che tutti costoro sembrano riuscire a conquistare un consenso maggioritario a favore della bocciatura della riforma costituzionale, ecco che Renzi (spero per lui) si chiede se ha impostato le cose nella maniera giusta e su cosa fare e dire da domani. Insomma si interroga su cosa e come comunicare.
La linea comunicativa scelta è stata dunque: o mi approvate o me ne vado. Tale linea fa un po’ pensare alle minacce tipo: O mi date ragione o mi do una martellata sul ginocchio (o altrove). Insomma: se non mi fate vincere, vi punisco privandomi di me. La cosa in sé sembra a prima vista stravagante. In realtà non è così, è ragionata: Renzi ritiene di non avere alternativa come guida del Paese, è convinto che gli Italiani non vogliano un altro salto nel buio, altri mesi di crisi, governi di transizione, le elezioni anticipate, e punta sulla voglia di stabilità. E comunica agli Italiani: anche se, come spesso si dice, sapete in pochi di cosa si parla, votate per me. La riforma costituzionale come tale risulta quasi secondaria. Errore (ovviamente a mio modesto avviso). Perché lo considero un errore e, sempre a mio modestissimo avviso, quale strategia comunicativa sarebbe per lui più opportuna, lo racconterò la prossima volta, nella speranza che qualche lettore abbia la pazienza di aspettare addirittura una seconda puntata.

Comunicus
*Presidente di grandi agenzie di comunicazione. Docente di marketing.