Pastore ma attento al sociale: come Bergoglio si relazionerà con la politica italiana. INSIDE
di Antonino D'Anna

Certamente non è uomo da interventi a gamba tesa come spesso veniva accusato di essere il cardinale Camillo Ruini, indimenticato presidente per tre lustri della Conferenza Episcopale Italiana: ma papa Francesco non è – secondo chi lo conosce bene al di là dell'Atlantico – un personaggio capace di disinteressarsi della politica.
ATTENTO AI TEMI SOCIALI- La prima considerazione, che rimbalza anche attraverso i Sacri Palazzi, è che Jorge Mario Bergoglio è il vescovo di Roma. Non è banale ricordarlo: lui si sente e vive la sua condizione da Papa prima di tutto come quella di capo della diocesi di Roma. Questo significa attenzione, prima di tutto per la città. I rapporti tra i Papi e la Città eterna sono sempre stati di affetto e vicinanza: con Francesco stanno lievemente cambiando. Il 26 maggio sarà nel quartiere romano di Prima Porta, presso la chiesa di Santa Elisabetta e Zaccaria, a dare la Prima comunione ai bambini. È noto che spesso e volentieri – Affaritaliani lo ha già scritto – il Papa argentino, da arcivescovo di Buenos Aires era solito visitare le parrocchie a sorpresa, portando in dono una bottiglia di vino e un pacchetto di mate al parroco. Sarebbe capace di replicare anche nella sua nuova diocesi, c'è da scommettere, non fosse per il fatto che adesso potrebbe essere riconosciuto molto più facilmente. Però è altrettanto noto che da cardinale Bergoglio non ha mancato di far sentire la sua contro le politiche dei coniugi Kirchner, entrambi presidenti dell'Argentina: prima contro Nestor, che lo definì “il capo dell'opposizione”.
LE LOTTE PER I CONTADINI- A dirla tutta spesso l'allora cardinale, nei primi Anni 2000, ha avuto modo di criticare il comportamento di Nestor. Corre il 2003 quando, nel corso di una sua omelia, monsignor Bergoglio esprime perplessità in tema di “Esibizionismo e annunci rumorosi di chi governa”. E nel 2005 il presidente non si presenta al Te Deum di fine anno, grave sgarbo indice del punto più basso dei rapporti tra i due. Poi, nel 2007, sale al potere Cristina, la moglie di Nestor e attuale “Presidenta” argentina. Lei evita sin dall'inizio i Te Deum e, come spiega la giornalista di BBC World Veronica Smink: “La presidenta evita sempre di andare alla cattedrale di Buenos Aires per non ascoltare le critiche di Bergoglio sulla povertà”. Bergoglio infatti è attento al sociale, come dicevamo, e nel 2008 la tensione con la presidenta sale. Cristina, infatti, presenta la Resolucion 125, che applica un nuovo sistema di blocchi all'export di prodotti chiave per l'agricoltura argentina: soia, girasole, mais, grano. Esplode una crisi economica tremenda e le organizzazioni agricole decisono per una serrata che dura quasi quattro mesi: un braccio di ferro che cessa quando il Senato argentino vota contro la Resolucion. Da che parte è Bergoglio? Naturalmente da parte dei produttori agricoli e viene ampiamente informato dell'evoluzione della situazione da parte delle loroo organizzazioni sindacali. E poi, come noto, il 2010 è l'anno dello scontro contro i matrimoni omosessuali, definiti frutto dell'invidia del demonio dal futuro Papa. La risposta di Cristina è dura: “Mi preoccupa il tono che ha assunto il discorso, si presenta come una questione di morale religiosa che attenta all'ordine naturale, quando in realtà quanto stiamo facendo è prendere atto di una situazione esistente”. Si rischia lo scontro anche sull'aborto, che si evita solo perché la presidenta non è a favore dell'interruzione di gravidanza.
E LA POLITICA ITALIANA...- A questo punto è possibile ipotizzare il rapporto di papa Francesco con la politica italiana. Del resto, storicamente i Papi italiani hanno avuto un legame molto forte con le questioni politiche dello Stivale, non ultimo Paolo VI che poteva annoverare tra i politici di fiducia personalità del calibro di Aldo Moro e Giulio Andreotti. E questo Papa è anche un po' italiano, oltre che attento al sociale. Lo si è visto il 1° maggio, quando ha detto nell'omelia della Messa tenuta in Piazza San Pietro: "Dico ai responsabili della cosa pubblica di fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all'occupazione, di preoccuparsi per la dignità della persona". E ancora: "Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio: noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all'opera della creazione. Il lavoro è fondamentale per la dignità delle persone, ci unge di dignità ci rende simili a Dio che ha lavorato, lavora, agisce sempre". Slancio all'occupazione, dignità della persona: a quale paese si sta riferendo il Papa mentre parla? Sicuramente a tanti nel mondo, al Bangladesh dove qualche giorno prima c'è stata una strage di operai causata dal crollo di un palazzo: ma non è difficile leggere le sue parole come rivolte anche all'Italia: “Non pagare il giusto, non dare lavoro, perché soltanto si guarda ai bilanci, ai bilanci dell'impresa, soltanto si guarda a quanto io posso approfittare. Quello va contro Dio!”. Non è difficile immaginare, quindi, che il Papa si potrà interessare alla politica del nostro paese. In che modo? Certamente con una forte attenzione al sociale, come abbiamo detto, che potrebbe spingerlo anche a gesti per noi clamorosi: se in Argentina era in contatto con i sindacati del mondo agricolo, qui potrebbe benissimo ricevere gli operai della Fiat o dell'Alcoa. Altro tema su cui potrebbe dire la sua è l'eventuale riconoscimento delle nozze gay. Chi lo conosce bene in quel di Buenos Aires è pronto a scommettere che potrebbe intervenire con una dichiarazione forte, ma una tantum e non necessariamente reiterata. Sarà invece durissimo su eutanasia ed aborto, argomenti sui quali il no è netto (e del resto non potrebbe essere altrimenti, essendo entrambi due omicidi per la dottrina cattolica e il Comandamento lo vieta: “Non uccidere”). È possibile, però – dicono Oltretevere – che Francesco istituisca una Commissione incaricata di dibattere ed eventualmente “aggiornare” il pensiero della Chiesa sui temi della bioetica. Cari onorevoli, siete avvisati.