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Politica
Pd, il caso Lotti fa ripartire la faida. Ancora tutto contro tutti. La mappa

Pd: nervi tesi in vista della direzione. Il caso Lotti fa ripartire la faida interna

Nervi sempre piu' tesi nel Partito democratico, tanto che alcuni esponenti dem guardano con viva preoccupazione all'appuntamento di domani, con la direzione. A far deflagrare la pax zingarettiana - se, poi, di 'pax' si e' mai trattato - e' stato il varo della segreteria, l'organo esecutivo del partito che, tradizionalmente, e' espressione del segretario. Solo che Nicola Zingaretti aveva promesso, al momento del suo insediamento, di voler fare del Pd il partito del 'Noi', in netta contrapposizione con il partito dell'io degli ultimi anni, quelli renziani. Un proposito che ha avuto un compimento solo parziale nella composizione dell'ufficio di presidenza dell'assemblea dove, accanto a Gentiloni, hanno trovato posto Deborah Serracchiani e la turbo renziana Anna Ascani.

Il segretario ha tentato, venerdi', di trovare un accordo con le minoranze per potere presentare una segreteria che esprimesse anche esponenti vicini alla mozione Giachetti, 'Sempre Avanti', e a quella di Base Riformista. Giachetti, tuttavia, ha risposto picche, argomentando di non riconoscersi nella linea del segretario. Nessuna irritazione, dunque. Eppure nella giornata di ieri, in occasione dell'iniziativa che la mozione Giachetti ha tenuto ad Assisi, in molti sono saliti sul palco esprimendo il proprio dissenso con toni bellicosi, e la deputata Alessia Morani e' intervenuta duramente su Huffingtonpost definendo Zingaretti "prigioniero del correntismo malato del Pd" e la segreteria appena varata "un esercizio di bullismo".

Uno scontro che si arricchisce anche della vicenda Lotti, con l'ex ministro renziano coinvolto nell'inchiesta sulle nomine nelle procure di Roma e Perugia. Non a caso, sempre da Assisi, Maria Elena Boschi ha denunciato il fatto che Luca Lotti sia stato attaccato piu' dall'interno del Pd che non dall'esterno", chiaro riferimento al senatore e tesoriere Luigi Zanda che per primo ha chiesto le dimissioni dell'ex responsabile dello Sport. Prova a gettare acqua sul fuoco Carlo Calenda, che in un video su Twitter invita tutti ad evitare di azzuffarsi su "cavolate" e riprendere a fare opposizione in modo unitario, dato che - sottolinea ancora Calenda - "qualche risultato e' stato ottenuto nelle ultime elezioni". E sulla segreteria la ricetta del neo deputato europeo e' quella di un "governo ombra" che "marchi a uomo" i ministri del governo, "come faccio io con Di Maio". Una soluzione gia' testata in passato, durante la segreteria Veltroni, che non porto' - tuttavia - grandi risultati: fu inaugurato il 9 maggio 2009 e, dopo le elezioni regionali in Sardegna e le dimissioni del segretario, decadde a febbraio 2009, dopo nemmeno un anno. 

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