Politica
Pisapia tra 8 e 10%. Così il Pd tornerà all'Ulivo, alt a Alfano-Verdini

Pd, analisi del sondaggista Amadori sulla discesa in campo di Pisapia
"La consistenza numerica di quell'area è sempre stata dell'8-10%, prima che si distruggesse, e quindi potrebbe tranquillamente tornare a quei livelli". Il sondaggista Alessandro Amadori, vice-presidente dell'Istituto Piepoli, commenta con Affaritaliani.it l'annuncio di Giuliano Pisapia ('Sono pronto a unire la sinistra fuori del Pd').
"In Italia non ci sono grandi cambiamenti nelle appartenenze politiche e bastava guardare ai dati delle intenzioni di voto per arrivare all'esito del referendum. D'altronde il coefficiente di fedeltà è stato dell'80-90%. La sinistra-sinistra valeva l'8-10% e può tranquillamente tornare a quelle percentuali. Pisapia è la persona giusta? Ha saputo uscire indenne dalla gestione complessa di una metropoli come Milano, che però un po' si governa da sola. E' stato bravo, è passato all'incasso prendendo i dividendi di scelte urbanistiche e non solo fatte da chi c'era prima di lui. E' stato fortunato e abile a non commettere errori. Il caso Renzi-referendum dimostra che in politica è essenziale non sbagliare. Ha mantenuto inalterato il suo potenziale e quindi potrebbe giocarsela come leader di quest'area di sinistra".
Ma al Partito Democratico e a Renzi conviene guardare al centro verso l'ex Pdl o tornare alle alleanze di sinistra, come dice lo stesso Pisapia, modello Ulivo? "Proprio il risultato del referendum di domenica scorsa dimostra che lo sfondamento al centro non c'è e non ci sarà mai. E' come chiedere a un biologo se è possibile far accoppiare una scimmia e un gorilla, impossibile", afferma Amadori. La natura non fa salti e mettere insieme strutturalmente l'ex Partito Comunista con un'area completamente diversa è contro natura. C'è stato solo qualche elettore di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra che ha votato Sì, e basta. Un Pd verso il centro non ha alcun senso e non si chiamerebbe più Pd. L'alleanza naturale è quella socialdemocratica con la sinistra che ha in mente Pisapia".
LE PAROLE DI GIULIANO PISAPIA
"E' il momento della verita'", avverte Giuliano Pisapia a Repubblica. Ognuno si assuma le proprie responsabilita', dice l'ex sindaco di Milano: e quando si andra' a votare, "al piu' presto possibile, con una legge elettorale che sia uguale per le due Camere", lui e' pronto a tornare in campo. Per riunire sotto la bandiera di un nuovo soggetto politico il popolo di sinistra che non si riconosce nel Pd: il Campo Progressista, disponibile a un'alleanza leale con Renzi. Ad una condizione: che lui rompa con Alfano e con Verdini. "Matteo deve scegliere adesso - sottolinea Pisapia - se andare alle urne con la sinistra o no". "Le elezioni - spiega - sarebbero, per il Pd, il momento decisivo per le sue scelte. Renzi dovrebbe scegliere se guardare a un'alleanza a sinistra, formando un centrosinistra, o un'alleanza con il Nuovo Centro Destra che trasformerebbe il Pd in un partito geneticamente modificato. Il popolo del Pd, io lo conosco bene, non accetterebbe mai la seconda soluzione". "Serve un'alleanza aperta - propone dunque l'ex sindaco di Milano -, diamole un nome: Campo Progressista, che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilita' di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra. Intendiamoci: anche questo governo ha fatto cose di sinistra, penso alle unioni civili, ma ha dovuto fare anche altre cose che nascevano dalla necessita' di arrivare a un compromesso con un partito di centro-destra. Questo non va piu' bene". "Vanno unite associazioni, liste, pezzi di Sel e di Si", spiega Pisapia che annuncia un appuntamento il 18 dicembre a Roma: "Ci saranno i sindaci che vogliono l'alleanza con i Dem. Poi Bologna".
