Preferenze, Fitto doppia Toti. E lancia l’opa su Forza Italia
Di Tommaso Cinquemani
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Silvio Berlusconi sa che poteva andare peggio. Le elezioni europee gli hanno riservato un'amara sconfitta, relegando FI a terza forza del Paese, con il 16%, ben al di sotto del 40% preso dal Pd di Matteo Renzi. Ma l'ex Cavaliere sente che il partito ha tenuto, non c'è stata la débâcle tanto temuta. Certo, ora è venuto il momento di ristrutturare dalle fondamenta il partito, operazione che non era riuscita con la nascita dei Club Forza Silvio. E proprio da lì l'ex premier ha intenzione di cominciare. A farne le spese sarà Marcello Fiori, il responsabile dei club. "Ci vogliono forza nuove", avrebbe confidato Berlusconi ai suoi in una riunione post spoglio.
Le energie giovani ci sarebbero e vengono dal sud. Raffaele Fitto è pronto a mettersi alla guida del partito, forte del successo ottenuto in questa tornata elettorale. L'ex ministro ha raccolto 284mila preferenze e anche se non ha raggiunto l'obiettivo di essere il più votato d'Italia, ha di sicuro doppiato il delfino del Cavaliere. Giovanni Toti ha infatti totalizzato 149mila schede, un bel bottino per un outsider, ma nulla di eccezionale se si pensa alla spinta data dall'alto. Ecco allora che Fitto (che ha rilasciato interviste a profusione chiedendo un cambio di rotta del partito) vuole imporsi come la vera novità, legittimata dal basso e pronta a prendere le redini di FI per riportarlo ai fasti di un tempo.
Toti, è il ragionamento di Fitto, non ha né l'esperienza politica, né l'appoggio del partito che lo percepisce come un corpo estraneo. In corsa per la leadership però non c'è solo l'enfant prodige azzurro, ma anche Marina Berlusconi. Il Cavaliere infatti non ha mai fatto mistero di voler lasciare in eredità alla figlia la guida di FI. Ma dopo il risultato di queste ultime elezioni si è dovuto ricredere: come posso lasciare a mia figlia un partito allo sbando, avrebbe confidato ai suoi. E intanto, mentre in FI si cerca di capire come uscire dall'angolo, il Ncd festeggia il primo test elettorale. E Maurizio Lupi guarda alla poltrona di sindaco di Milano, dove si voterà l'anno prossimo. Un successo di tale portata (possibile solo con l'appoggio azzurro) gli darebbe la forza per scalare il futuro Centrodestra riunificato, mettendo da parte Alfano.