Previdenza, Lombardi (M5S): "Sciogliere le ambiguità a partire da Enasarco" - Affaritaliani.it

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Previdenza, Lombardi (M5S): "Sciogliere le ambiguità a partire da Enasarco"

Per la parlamentare le notizie sull'ente degli agenti di commercio non sono buone. Ci sarebbe spazio per intervento della magistratura. Anche l'Inpgi rischia

Di Goffredo Bufacchi

Le Casse previdenziali private sono chiamate ad un drastico incremento di efficienza e trasparenza, per rispondere alla crisi del settore; e lo sono in particolare quelle – come l’Enasarco – travolte dagli scandali e ancora presidiate in molti casi da vecchie nomenclature ( l'ex presidente Brunetto Boco è rimasto nel cda n.d.r)  restie a defilarsi. Ci sarebbe addirittura spazio per interventi della magistratura, dice Roberta Lombardi, deputata del Movimento Cinquestelle, da sempre analista critica e attenta del sistema previdenziale privato italiano. Che aggiunge: “E comunque c’è il problema che i ministeri vigilanti nicchiano. D’altronde ci sono casi di conflitti di interessi, rispetto agli affari delle Casse, anche all’interno dei dicasteri. Dunque, non mi meraviglio più di niente. Le dico soltanto che stiamo ancora aspettando che venga discussa in Commissione di Vigilanza Enti gestori la nostra relazione sul bilancio dell’ente degli agenti di commercio”.

Fra le casse tenuto conto della discesa delle contribuzioni medie, quali in particolare andrebbero seguite con particolare attenzione e con una accentuata richiesta di trasparenza, per prevenirne qualunque peggioramento dei valori patrimoniali?
“Gli scandali hanno colpito a catena molti enti negli ultimi anni: da Enasarco, di cui ci siamo occupati in profondità, a Enpap, passando per Enpam o Enpapi. Voi giornalisti discutete molto dell’Inpgi e il M5S in Parlamento se ne è anche di recente interessato con una interrogazione del collega Cominardi: il bilancio 2015 dell’ente segna un rosso sulla gestione principale di 142 milioni, con 112 milioni di squilibrio tra entrate e uscite previdenziali. Intanto la neo-presidente Marina Macelloni, succeduta all’inquisito Andrea Camporese, si è assegnata un compenso di ben 230mila euro lordi l’anno. Se non si interviene, Inpgi rischia di vedere il proprio patrimonio azzerato entro il 2030”.

Eppure tutti insieme questi casi non eguagliano, per dimensioni, l’anomalia Enasarco che, dopo le elezioni - decantate come prova di democrazia essendo state le prime della storia dell’ente per quanto abbia votato solo un decimo degli aventi diritto - ha visto la riconferma come consigliere del discusso ex presidente Brunetto Boco, per anni vero “dominus” dell’ente. Le risulta che all’interno del nuovo consiglio il vecchio vertice stia portando avanti un’opposizione interessata e nient’affatto costruttiva o ha notizie migliori?
“Le notizie che trapelano non sono buone. Noi da anni lottiamo per la trasparenza e la correttezza della gestione che non si sono mai viste. Il problema è quello delle cordate, delle clientele e delle occupazioni di posti di potere che prevalgono sull’interesse degli iscritti e sulla sostenibilità dei conti”.

In una intervista da lei rilasciata dopo le elezioni aveva riferito di strane manovre dietro la riconferma nel cda di Boco. A cosa alludeva? Si è anche parlato di voto di scambio, addirittura di promesse di affidamenti gestionali a promotori che in cambio doveva votare in determinate direzioni…
“Sono circolate voci di ogni genere che però necessiterebbero di conferme.''

Lei aveva anche ventilato un intervento politico sul caso Enasarco nel caso in cui la nuova gestione non avesse messo in campo iniziative rigorose riguardo il conflitto di interesse di Boco nella vicenda degli appartamenti venduti a sé stesso e agli amici. Come intende procedere?
“La politica ha dato ampie coperture ad Enasarco in questi anni, perchè dal centrodestra con Sacconi al centro sinistra passando dai sindacati, tutti hanno avuto ampie convenienze. Penso che sia ora che intervenga direttamente la magistratura, a cui in questi anni abbiamo fornito ampio materiale di lavoro”.

Anche la denuncia della Corte dei Conti per circa 11 milioni restituiti inopportunamente da Boco a una finanziaria della nota vicenda Antracite, potrebbe portare Enasarco a istruire una causa civile per chiedere  il rimborso direttamente all’ex presidente. Non sarebbe anche questa una condizione sufficiente di conflitto d’interesse che avrebbe dovuto bastare per tenere Boco fuori dal cda?  E non è sospetto il fatto che il dibattimento già rinviato una prima volta a settembre abbia subito un ulteriore rinvio di sei mesi?
“Nella sua domanda ci sono già delle ipotesi di risposta. Non credo serva aggiungere altro”.

Allarghiamo il discorso. Cosa ne pensa del nuovo accordo sindacati-governo sulle pensioni? E secondo lei, che segue da vicino le casse previdenziali private, quale ripercussioni potrebbe avare su questi enti? L’Ape non è una formula che ne minaccia maggiormente i già precari equilibri finanziari?
“E’ inconcepibile chiedere agli italiani di accendere un mutuo per andare in pensione con due o tre anni di anticipo. Non è così che si favorisce il ricambio nel mondo del lavoro  e quello svecchiamento di cui necessitano sia le imprese che la nostra Pubblica amministrazione. Le casse e coloro che le gestiscono devono badare a fare bene il loro mestiere di primo pilastro previdenziale per le categorie interessate. Rischiare i contributi dei professionisti in spericolate operazioni finanziarie e svendere il patrimonio immobiliare per tappare i buchi della gestione caratteristica non è esattamente il modo migliore di assolvere a un ruolo che è di preminente interesse pubblico”.

Fra governo e casse previdenziali continua, sotto traccia, il braccio di ferro sugli investimenti finanziari “di sistema”, che il governo auspicherebbe e le casse frenano, essendo, in tutti i casi finora esaminati,  di dubbia redditività?
“E’ esattamente questo il punto. Bisogna conciliare il principio della diversificazione con la cautela di investimenti che vanno indirizzati ad asset class con un rendimento pur moderato, ma sicuro e stabile nel tempo. Abbiamo presentato una proposta di legge, a mia prima firma, che scioglie l’ambiguità tra gestione privatistica e finalità pubblica delle Casse. Devono tornare pubbliche e pienamente trasparenti”.