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Politica
Raffaele Fitto, il fedelissimo di Meloni che si occuperà del Pnrr

Raffaele Fitto, l'uomo della Meloni in Europa

Quando a Giugno organizzò con la sua solita maestria il convegno al Westin Palace di Roma dell’Ecr, il partito dei conservatori europei, Raffaele Fitto si muoveva negli ampi saloni dell’albergo romano da perfetto padrone di casa. Se Giorgia Meloni è riuscita a diventare presidente del gruppo dei conservatori lo si deve soprattutto al suo sottile e delicato lavorio diplomatico.

Chissà che l’idea di “promuoverlo” ad un incarico legato ai rapporti con l’Europa ( con aggiunta alla fondamentale delega al PNNR), in un allora solo ipotetico governo a guida Meloni, non sia nato proprio nelle stanze lussuose dell’albergo romano di Via veneto. Raffaele Fitto, pugliese, 53 anni, ex presidente della Puglia, ex democristiano come il compianto padre Salvatore, morto in un tragico incidente d’auto, quando era presidente della Regione, ha iniziato giovanissimo in politica, dimostrando da subito carattere, volontà, competenza e dedizione.

Eletto giovanissimo, a soli 31 anni, presidente della Regione Puglia, ( il più giovane presidente della storia) ha mancato per un soffio la rielezione nel 2005 ( 14.000 voti di scarto contro Niky Vendola). Due volte ministro sotto i governi Berlusconi, è diventato eurodeputato, recordman di preferenze nel 1999 con oltre 127 mila preferenze, riconfermato nel 2004 con oltre 280 mila preferenze ( il secondo più votato in assoluto) è diventato copresidente del gruppo dei conservatori. In aperto contrasto con Silvio Berlusconi per il patto del Nazareno e per il suo appoggio a Schittulli alla presidenza della regione Puglia, contro Adriana Poli Bortone decisa dal partito, lascia Forza Italia, ed aderisce al neonato partito di Giorgia Meloni.

Rieletto al parlamento europeo con Fratelli d’Italia, nel 2018, insieme al capo delegazione del partito, Carlo Fidanza, diventa uno dei punti di riferimento del partito dei conservatori, e pone il partito come la vera opposizione a socialisti, verdi e liberali a Bruxelles. La sua critica costruttiva all’interno del parlamento europeo, cerca di modificare quelli che sono equilibri consolidati nell’assise europea. Adesso questa sua esperienza e i suoi legami con le istituzioni europee, a cominciare dalla presidente del parlamento europeo Roberta Metsola, votata grazie al decisivo appoggio dei conservatori, sotto la sua abilissima regia, non potrà che essere fondamentale nel delicatissimo compito che la Meloni ha deciso di affidargli.

La delega al PNNR, a cui sembrava aspirare anche Matteo Salvini, con il quale i rapporti non sono proprio cordialissimi, dopo le polemiche sorte in occasione delle ultime regionali pugliesi, rimette nelle sue mani la delicatissima questione dei fondi europei. Ed è per questo che Giorgia Meloni, che lo considera come uno dei suoi 5 consiglieri più fidati ( gli altri sono il senatore Giovan Battista Fazzolari, il suo braccio destro, il neo ministro al Mise Adolfo Urso, il cognato Francesco Lollobrigida, Ignazio La Russa e ovviamente il neo ministro della Difesa Guido Crosetto). Fitto sembra proprio l'uomo giusto al posto giusto.

E secondo quelle che sono le indiscrezioni dei fedelissimi, lui è sempre stato uno dei pochi punti fermi nella lista governativa della premier. I suoi contatti, la sua competenza, la sua lunga militanza al parlamento europeo e la profonda conoscenza della macchina burocratica di Bruxelles lo pongono in una posizione certamente privilegiata a svolgere nel migliore dei modi questo importantissimo incarico. Fitto ha lavorato benissimo in Europa e nelle ultime settimane il suo lavorio diplomatico per perorare la causa di Meloni come premier, è stato fondamentale, per rassicurare i grandi di Europa sulla fedeltà ai principi europei e di atlantismo.

Adesso poi sempre Fitto stava lavorando ad un riavvicinamento tra conservatori e popolari, che dopo le insane uscite di Berlusconi sull’Ucraina, guardano con sempre maggiore interesse ed attenzione proprio alla Meloni come interlocutore affidabile ed in grado di unire le opposizioni a Bruxelles alle sinistre. E su questo Fitto che nei popolari ha ancora conoscenze e legami molto stretti ad alti livelli, ha compiuto uno strategico e fondamentale ruolo da pontiere. Adesso nel suo nuovo incarico dovrà e potrà sfruttare questo suo lavoro per rassicurare l’Europa sui fondi del PNNR, ed allo stesso tempo dovrà essere da stimolo e da controllore affinché i programmi vengano rispettati senza ulteriori intoppi. Ed è per questo motivo che per un simile ruolo Giorgia Meloni non poteva non pensare a lui. Ed è per il bene di tutti noi che occorre augurare un buon lavoro al neo ministro.

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