Politica
Rai 2015, rottamazione? No! Lottizzazione

Di Pietro Mancini
Qui, viale Mazzini : i partiti, per celebrar...Messa, si sono affidati ai...Diaconale. E il giovin Freccero, ex dirigente di Mediaset di nonno B. e poi della Rai di Veltroni, è stato riciclato da don Beppe Grillo. E dopo Natale, sistemato con la Boldrini, stipendione in....Camera, ora Siddi in Rai. E poi dicono che il sindacato dei giornalisti non serve...
Assistendo alla contesa sulle nomine alla Rai, che oggi sarà seguita da una non facile riunione per la nomina del Presidente, ho ripensato, con un pizzico di nostalgia, alla Rai che fu e a personaggi, che la resero un'azienda apprezzata: Andrea Barbato, Ruggero Orlando, Paolo Frajese, Paolo Valenti, Maurizio Barendson, Italo Moretti, Ilaria Alpi.
E anche a dirigenti, discussi ma efficienti, come Biagione Agnes, Willy De Luca, Enrico Manca e al comunista Sandrone Curzi. Ai tempi di costoro, i giornali bocciavano la lottizzazione delle reti e delle testate, scrivendo : "Alla Rai hanno assunto 4 giornalisti indicati dalla Dc, 3 dal Psi, 2 dal Pci e uno.... bravo".
Ma anche molti cronisti, imbarcati dai partiti, dimostrarono le loro qualità, come Chicco Mentana, "spinto" dal craxiano Claudio Martelli, e Roberto Morrione, designato dal Pci. Donna Maria Elena Boschi, le lezioni dello statista aretino, Fanfani, suo concittadino, sulla lottizzazione, avrebbero dovuto esser seguite meglio dal suo PD !
Anche se, neppure oggi, la lottizzazione, secondo l'eterno manuale Cencelli, è stata rottamata. E ai designati, da Renzi e dall'opposizione, è richiesta, soprattutto, e in dosi massicce, l'obbedienza ai capi dei partiti. Ma, da sola, l'obbedienza può avvelenare, come è già avvenuto con la politica, anche la prima azienda pubblica di informazione del nostro Paese...
C’ era un mondo televisivo potenzialmente renziano. Un universo di riferimento non ostile alla voglia di rinnovamento del giovane premier. Oggi, sgomento, osserva un panorama, fitto di trappole, rinunce autorevoli (Mieli, Mentana) e agguati.
E non è neanche escluso che, per questioni di “genere”, alla fine non rispunti all'orizzonte il profilo di Anna Maria Tarantola. Potrebbe essere Riconfermata.
Oggi, per la nomina del Presidente, che deve essere votato dai due terzi dei componenti, è prevista una nuova riunione della Commissione di Vigilanza.
Renzi ha lanciato alla direzione generale don Antonio Campo Dall'Orto, alle spalle un flop come manager a la 7 prima di Bernabè. Sulla Rai è intervenuto, dal Giappone, il premier : "Il governo indicherà i nomi di direttore generale e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia", ha detto il premier aggiungendo: "E' evidente che la nostra scommessa sulla tv pubblica è di grande respiro".
In Commissione di Vigilanza, ieri,
Il Partito Democratico ha eletto Guelfo Guelfi (presidente del Teatro Puccini e spin doctor della campagna comunicativa di Matteo Renzi), Rita Borioni (storica dell'arte), Franco Siddi (ex segretario Fnsi).
In quota area popolare, è stato eletto don Paolo Messa (direttore del Centro Studi americani), mentre il Movimento Cinque Stelle e Sel hanno fatto convergere i loro voti su Carlo Freccero (ex direttore di Rai 2 e Rai 4). Per il centrodestra due i membri nel Consiglio di Amministrazione: Arturo Diaconale (direttore del giornale L'Opinione delle libertà e presidente del Parco nazionale del Gran Sasso) e Giancarlo Mazzuca (direttore de Il Giorno ed ex direttore del Resto del Carlino).
La minoranza Pd ha contestato i nomi, indicati dalla segreteria renziana del partito, e ha votato per l'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Per i dissidenti dem i nomi proposti dalla segreteria del partito "sono pura e semplice lottizzazione".
Ed è riesplosa la dura polemica tra renziani e minoranza dem. "La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti. Si è presentata con un nome secco. Quello di de Bortoli è un nome autorevole ma è curioso che sia venuto dalla minoranza Pd", ha affermato il presidente del Pd, Matteo Orfini all'uscita dalla Vigilanza attaccando i dissidenti dem. A stretto giro, è arrivata la replica di Miguel Gotor, bersaniano: "Ci è stato posto un veto su de Bortoli, che giudichiamo sbagliato e che ci amareggia. Il Pd deve dare indicazioni di alto profilo e invece si è persa questa occasione".
Non era scontato che il centrodestra eleggesse due rappresentanti: alla fine, il gioco delle alleanze e dei veti, da una parte e dall'altra, ha fatto sì che, oltre ad Arturo Diaconale, fosse eletto anche Giancarlo Mazzuca, detto il "Mazzucone", biografo di Montanelli e una legislatura, deludente, sui banchi della Camera, grazie a Paolino Bonaiuti, che lo nominò deputato forzista.