Rai, cda: ecco i nomi. Strappo tra Renzi e la sinistra Pd - Affaritaliani.it

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Rai, cda: ecco i nomi. Strappo tra Renzi e la sinistra Pd




La minoranza Pd ha contestato i nomi indicati dalla segreteria renziana del partito e ha votato per l'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. Per i dissidenti dem i nomi proposti dalla segreteria del partito "sono pura e semplice lottizzazione".
 
Ed è polemica tra renziani e minoranza dem. "La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti. Si è presentata con un nome secco. Quello di De Bortoli è un nome autorevole ma è curioso che sia venuto dalla minoranza Pd" ha affermato il presidente del Pd Matteo Orfini all'uscita dalla Vigilanza attaccando i dissidenti dem. A stretto giro arriva la replica di Miguel Gotor: "Ci è stato posto un veto su De Bortoli che giudichiamo sbagliato e che ci amareggia. Il Pd deve dare indicazioni di alto profilo e invece si è persa questa occasione".
 
Nel dettaglio Carlo Freccero ha ottenuto 6 voti (da M5S e Sel), Guelfo Guelfi ha ottenuto 6 voti, Rita Borioni 5. Cinque voti anche per Franco Siddi e per Arturo Diaconale scelto da Forza Italia, mentre il candidato di Ap Paolo Messa ne ha ottenuti 4, come Giancarlo Mazzuca espressione del centrodestra. Hanno ottenuti voti, ma non risultano eletti, Ferruccio De Bortoli, indicato dalla minoranza Pd, Giovanni Galoppi, Roberto Briglia e G. Briglia.
 
Non era scontato che il centrodestra eleggesse due rappresentanti: alla fine il gioco delle alleanze e dei veti da una parte e dall'altra ha fatto sì che oltre ad Arturo Diaconale fosse eletto anche Giancarlo Mazzuca. Per lui i voti potrebbero essere arrivati da Lega, Gruppo Misto, Fratelli d'Italia e forse anche da uno dei commissari di Forza Italia.
 
Si svolgerà domani sera la riunione della commissione di Vigilanza per la ratifica a maggioranza dei due terzi sul presidente della Rai. E' quanto deciso dall'ufficio di presidenza, anticipando di un giorno la riunione, in vista di un possibile accordo.
 
Renzi lancia Campo Dall'Orto alla direzione generale. Sulla Rai è intervenuto anche il premier Matteo Renzi, in visita in Giappone: "Domani mattina il governo indicherà i nomi di direttore generale e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia", ha detto il premier aggiungendo: "E' evidente che la nostra scommessa sulla tv pubblica è di grande respiro".
 
Punta ancora una volta sul decisionismo dunque Renzi, anche se per la scelta del presidente ci sarà bisogno di un consenso ampio, al di là dei confini della maggioranza. Poi torna a difendersi dall'accusa di aver voluto rinnovare il cda con la Gasparri, invece di aspettare l'approvazione della riforma: "Non c'erano alternative temporali al rinnovo, la prorogatio si spiega male per un'azienda da 3 miliardi. Alla Gasparri non c'erano alternative, la forzatura sarebbe stata non rinnovare il Cda. Ora il gioco è in mano al Parlamento con la Vigilanza".
 
Il premier ha confermato, di fatto, che il futuro direttore generale sarà Antonio Campo Dall'Orto: "E' uno stimatissimo professionista tra i più interessanti innovatori della televisione degli ultimi anni. E' sicuramente un nome di grandissimo valore che corrisponde ai criteri di qualità, autorevolezza e capacità. Vedremo....".
 
Il premier dal Giappone attacca la minoranza del partito. Non solo Rai, comunque. Renzi - anche da Kyoto - è tornato sull'eterno duello con la minoranza Pd: "Le polemiche quotidiane della minoranza, che è una parte della minoranza di un anno fa - dice malizioso -  non hanno impedito di approvare le riforme. Il parlamento sta lavorando come mai dal '48. Basta vedere dove stavamo un anno fa, con l'economia in discesa, e dove siamo ora". E qui insiste sui toni dell'ottimismo: "Ci sono due Italie: una che ci prova e una che si lamenta solo. Certo c'è tanto da cambiare al sud come al nord, ci sono tanti problemi ma c'è tanto che funziona. E a me pagano per provarci" dice, tornando implicitamente sulla polemica che ha coinvolto anche lo scrittore Roberto Saviano. "Il Sud - elenca Renzi - è l'accordo su Carinaro, Reggio Calabria dove abbiamo convinto Hitachi a tenere aperto lo stabilimento, l'Ilva con il decreto per ripartire".
 
Infine, ancora un sassolino dalla scarpa. Replica all'accusa di circondarsi solo di fedelissimi: "Il mio non è uno sfogo ma un richiamo alla realtà: intorno a me ci sono i migliori con qualità e risultati sotto gli occhi di tutti, alla faccia del cerchio stretto dei soliti noti e nomine appartenenti al club dei renziani inventati tra Scandicci e Pontassieve, come dicono per sostenere che nomino solo i miei".