Politica
Di Bella prima nomina della Rai di Renzi. Il padre era vicino a Gelli
di Pietro Mancini
Il presidente della Rai, donna Monica Maggioni, e il direttore generale, Antonio Campo dall'Orto, vicino a Renzi, presenteranno, oggi, in Consiglio di amministrazione, la proposta di nomina di Antonio Di Bella, attuale corrispondente da Parigi della Rai, come nuovo mega-direttore di Rainews24, guidato in passato dalla Maggioni.
Dopo che le cronache politiche e giudiziarie hanno riportato alla ribalta il nome e il ruolo, inquietante, di uno dei presunti capi della P4, don Flavio Carboni, era proprio opportuno che si ritornasse a parlare della P2 di Licio Gelli, con la prima scelta della Rai "rottamatrice" ?
Nell'ottobre 1977, quando diventò direttore del Corriere della Sera, il padre di Antonio, don Franco Di Bella, era già, segretamente, iscritto alla Loggia massonica P2 di Gelli, con la tessera n. 1887. Il quotidiano fu inquinato, per anni, da stridenti manipolazioni della propaganda occulta della P2. Su raccomandazione di Gelli, don Roberto Gervaso cominciò a collaborare al Corsera.
Un altro iscritto alla Loggia, il Cav.Silvio Berlusconi, fu arruolato come opinionista. È rimasta, nella storia del giornalismo, tristemente, nota l'intervista esclusiva, che Maurizio Costanzo - allora direttore de La Domenica del Corriere, anch'egli piduista - fece, in ginocchio, a Gelli sul Corriere, nel quale il Capo della P2 annunciò il suo piano di "rinascita nazionale".
Nel maggio del 1981, furono sequestrati gli elenchi degli affiliati alla loggia eversiva, a Castiglion Fibocchi, nel villone di Gelli : politici, generaloni, tra cui dalla Chiesa, giornalisti, manager delle aziende pubbliche e private. In seguito alle polemiche, cadde il governo di Arnaldo Forlani e Di Bella senior, scoperto tra gli iscritti, insieme ad Angelo Rizzoli e a Bruno Tassan-Din, fu costretto alle dimissioni dal Corriere, il 13 giugno.
Al suo posto, in via Solferino, venne nominato una persona perbene, Alberto Cavallari, sostenuto da Pertini ma inviso a Craxi Di Bella lavorò mai più per la grande stampa italiana. Durante la sua direzione, il coraggioso giornalista, socialista, Walter Tobagi, fu ucciso da Marco Barbone, leader di uno spietato gruppuscolo eversivo milanese, che "si pentì" e uscì presto dal carcere.