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Politica
Reddito, timori proteste. Decaro: "Sindaci soli". Salvini: "No a mantenuti"
Proteste contro la rimozione del reddito di cittadinanza

Via il reddito di cittadinanza, si temono "turbolenze sociali"

“Chi non può lavorare continuerà a essere aiutato ma chi può lavorare e non vuole andare a lavorare è giusto che non sia più mantenuto". Così, in merito al reddito di cittadinanza, Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier parlando dal palco della festa di Cervia. Ma il tema del reddito rischia di scaldare ulteriormente l'estate italiana.

Secondo Repubblica, quella di oggi sarà una giornata "ad alta tensione per la fine del Reddito di cittadinanza comunicata venerdì con un sms a 160 mila famiglie. Previsti sit-in, manifestazioni e proteste. Prefetture allertate a protezione delle sedi Inps e degli operatori, soprattutto nelle città del Sud e in particolare a Napoli dove per le 10 è annunciato il presidio organizzato da Potere al Popolo. L’invito, diramato via messaggio interno, dall’Istituto di previdenza al personale è di accettare allo sportello tutti, anche senza la prenotazione ormai obbligatoria".

L’appuntamento più insidioso è quello di stamattina alle 10 davanti alla sede Inps in via Alcide De Gasperi, con il presidio organizzato da Potere al Popolo e dai sindacati di base, che come spiega il Corriere della Sera "viene monitorato con attenzione dalle forze dell’ordine anche perché si tratta dello stesso ufficio che da giorni viene subissato di telefonate da parte di chi percepiva il contributo e se l’è visto togliere con un sms sullo smartphone. Non solo richieste di informazioni di persone preoccupate, ma anche attimi di tensione. Al telefono e di persona: alcuni cittadini sono quasi venuti alle mani con gli addetti alla vigilanza".

Sempre come racconta il Corriere della Sera, "il piano di sicurezza varato dalla Questura prevede l’impiego di centinaia di agenti. Controlli nelle zone limitrofe, a due passi dall’università Federico II e dagli imbarchi sui traghetti per la Sicilia e la Sardegna, come anche su chi arriverà in treno. Vigilanza discreta, anche con agenti in borghese, nei pressi degli uffici comunali e dei servizi sociali, dove è stato dirottato chi ha percepito il Reddito fino a oggi. Il timore è che a fare le spese della rabbia possano essere gli impiegati".

Anche i sindaci di destra preoccupati. Decaro: "Noi lasciati soli"

Come ricorda Repubblica, anche i sindaci di destra sono preoccupati di "fronte del malcontento e per quello che accadrà con la cancellazione del Reddito di cittadinanza. E per il caos generato dall’sms dell’Inps che ha convinto chi ha perso l’assegno che a supplire saranno i servizi sociali dei Comuni, a cui invita a rivolgersi. Senza considerare che le città non hanno fondi, personale e piattaforme per dare risposte immediate". Per questo si temono turbolenze sociali.

"È un momento difficile, l’inflazione ha acuito i problemi delle fasce deboli della popolazione, e il governo non può lasciare i sindaci da soli a tenere la comunità. Senza risorse" dichiara Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione dei Comuni, al Corriere della Sera. "Noi crediamo che l’Inps abbia fatto degli errori. Nella forma e nella sostanza della comunicazione. Non è giusto trattare così le persone, cui da un giorno all’altro viene detto che non avranno più niente su cui contare. Sono famiglie, anche con bambini. E poi hanno sbagliato i calcoli".

 

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