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Politica
Referendum, il Pd tentato dal no. Orfini preme: "M5S ha tradito"

Referendum, Boldrini (Pd): "Ho deciso di votare no"

"La sola riduzione del numero dei parlamentari, se non accompagnata da una nuova legge elettorale e da altri correttivi, non garantisce maggiore funzionalità delle Camere mentre provoca invece danni gravi". Lo scrive, su Facebook, Laura Boldrini.

La deputata Dem spiega: "In Parlamento non saranno rappresentati interi territori e sarà pesantemente limitato il pluralismo delle posizioni politiche. Per evitare questi rischi, un anno fa, quando nacque il governo Conte-bis, l'attuale maggioranza decise che contestualmente al taglio del numero dei parlamentari bisognasse approvare altre misure, fra le quali appunto una nuova legge elettorale. E' passato un anno e niente di tutto questo è stato fatto. Resta solo il taglio lineare dei parlamentari. Non si cambia la Costituzione a scatola chiusa, contando sulle buone intenzioni degli alleati di maggioranza di ottemperare agli impegni presi. Stante questa situazione, il mio voto sara' un convinto no".

Referendum, Orfini: "M5S ha violato i patti, il Pd non può votare sì"

"Noi abbiamo rispettato l'accordo con l'altra componente di maggioranza votando la legge, mentre loro non hanno mantenuto quanto pattuito. A questo punto il Pd deve tornare alla sua posizione originaria e votare No. Non possiamo sfregiare la Costituzione in nome degli argomenti populistici dei 5 Stelle e di Luigi Di Maio". Così il deputato del Pd, Matteo Orfini, intervistato dal Corriere della Sera sul referendum per il taglio dei parlamentari. Il Sì del Pd alla quarta votazione "è nato da una richiesta di Nicola Zingaretti basata su due fattori: quella era la condizione per far nascere il nuovo governo Conte; e tutti erano d'accordo a dare vita subito a una legge elettorale e a correttivi costituzionali che eliminassero gli effetti negativi di quella norma", ricorda Orfini, che evidenzia: "Un taglio secco del numero dei parlamentari, inserito in un sistema elettorale maggioritario come quello di oggi, rischia di dare pieni poteri a una maggioranza relativa. Senza contare che si creerebbe il terribile vulnus di togliere rappresentanza a interi territori".

"Un anno fa abbiamo stilato un documento che assumeva le nostre richieste, ma non è successo nulla. Non ci sono tempi tecnici per fare alcunché e non possiamo mica ripetere lo stesso teatrino. Di conseguenza - ribadisce Orfini - se siamo un partito serio, non possiamo che votare No al referendum. E si decida presto, visto che finora non si è avuto il bene di convocare gli organismi dirigenti". Nel Pd, aggiunge, "vedo una grande paura adaffrontare battaglie difficili, su tanti temi. Invece un grande partito non puo' rinunciare alle proprie convinzioni. Spero che si trovino coraggio e autonomia".

Referendum, Bertinotti: "Taglio dei parlamentari un colpo per la democrazia"

"Il taglio dei parlamentari sancirebbe la completa supremazia del Governo sulla rappresentatività. Conte? Emergenza ed eccezione si sono naturalizzati. I concetti di regola ed emergenza sono divenuti confusi tanto che ora viviamo in una democrazia apparente. Bipolarismo Prodi - Berlusconi? La sinistra vedeva come nemico chi, come me, voleva lo scontro programmatico e non contro il "nemico". Io volevo parlare di patrimoniale ma non volevano per non favorire Berlusconi". Il Presidente Fausto Bertinotti è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus per parlare del Referendum sul taglio dei parlamentari. Bertinotti e' per il "no".

"12 costituzionalisti e molti intellettuali hanno firmato appelli per il no al referendum. Il disagio nelle forze politiche che sostengono il "si" e' crescente. E' evidente che si tratta di un'operazione grossolana e sbagliata. E' una sorta di riflesso incondizionata contro il Parlamento. E' la coda avvelenata dell'antiparlamentarismo molto alimentato negli ultimi 20 anni. E' un attacco al Parlamento. Il Governo ha sempre di piu' affermato la sua supremazia nei confronti di un Parlamento relegato al ruolo di vassallo. La pandemia e' stata una lente di ingrandimento su questo processo di deterioramento del Parlamento. La decretazione e' divenuta sempre piu' usuale. La governabilita' intanto e' diventato il mantra di guida. La rappresentanza del Parlamento non conta piu', conta solo chi governa. Conta di piu' costruire delle alleanze per andare al Governo piuttosto che presentare programmi. Il Parlamento e' diventato una variabile dipendente dal primato del Governo. L'opposizione a questa ultima legge e' la messa in luce di una tendenza che andrebbe rimessa in discussione. Avremmo bisogno di democrazia che invece ci viene depredata. Non a caso oggi i Governi sono praticamente tutti uguali, gli scontri politici sono di bandiera".

Per Bertinotti "nel ciclo precedente i partiti erano delle organizzazioni democratiche, oggi sono largamente personalizzati. Riducendo il numero dei parlamentari aumenta la discrezionalita' del potere del leader su chi verra' eletto in Parlamento. Confindustria. "Ho letto con inquietudine l'intervista del Presidente della Confindustria che ha attaccato il Governo, uno che tiene 10 milioni di persone senza rinnovo del contratto. Quello che viene chiesto e' un Governo piu' decisionista e un coinvolgimento nelle scelte. Il punto drammatico della democrazia e' che scompare il suo valore fondativo, ovvero l'opposizione, la critica nei confronti del Governo. Giuseppe Conte. "Questo sistema di formazione delle alleanze e' una malattia. La tendenza neo autoritaria degli ultimi 25 anni con la pandemia si e' accentuata in tutti i Paesi. Lo stato di emergenza rappresenta una eccezione. Progressivamente il concetto di regola ed eccezione si sono confusi e l'eccezione e la regola si sono naturalizzati. Cosi' si svuota la democrazia, viviamo in una democrazia apparente senza vita reale".

Bipolarismo Prodi-Berlusconi? "Fu li' che comincio' il processo di degenerazione. Loro rappresentavano due idee diverse di societa' ma il dibattito viro' su pro Berlusconi e anti berlusconismo. E le idee allora evaporarono. Si polemizzava con me perche' andavo nelle tv di Berlusconi e secondo qualcuno Berlusconi lo faceva cosi' guadagna voti. Nella dimensione del centrosinistra siccome si era sostituito al confronto programmatico lo scontro con Berlusconi, quelli che volevano uno scontro programmatico venivano accusati di connivenza con il nemico. Se io dicevo che bisogna introdurre la patrimoniale, cosa che penso ancora desso, mi dicevano che avanzavo una rivendicazione che favoriva Berlusconi".

REFERENDUM, ZINGARETTI: 'A BREVE DIREZIONE PER POSIZIONE PD'

"Faremo fra qualche giorno la direzione nazionale del Pd per assumere un orientamento" in merito al referendum sul taglio dei parlamentari. Lo ha detto Nicola ZINGARETTI ad un'iniziativa ad Ascoli Piceno. "Noi abbiamo deciso un anno fa di procedere al taglio dei parlamentari e parallelamente a fare modifiche regolamentari per rafforzare questo aspetto. Se questo non avviene -ha aggiunto- non è un problema del Pd che lo ha chiesto, ma di tutta la maggioranza. E confido che il presidente Conte e l'intera maggioranza capiscano che e' un tema da affrontare".  

REFERENDUM, PEDICA: 'CON BONACCINI E MARTINA PER IL SI''

'Basta tira e molla, tentennamenti e traccheggiamenti da parte del Pd sul REFERENDUM. La riforma sul taglio dei parlamentari deve essere chiara e trasparente agli occhi dei nostri elettori e per questo ho lanciato i comitati #iovotoSi, l'ho fatto per i coraggiosi del partito, Martina e Bonaccini''. Lo afferma, in una nota Stefano Pedica del Pd. "Il Pd ha votato in parlamento per la riforma e ora dobbiamo mobilitarci in tutto il nostro paese senza aspettare ancora. Bonaccini e Martina hanno aperto il dibattito che condivido e rilancio costruendo il comitato - spiega -. C'è chi pensa di poter bloccare il paese con giochetti da prima Repubblica con la strategia del Nì. Al REFERENDUM bisogna votare Sì per il bene del paese, a maggior ragione alla luce dell'ultimo scandalo sui bonus Covid intascato da alcuni parlamentari. E per far capire ai cittadini quanto è importante votare a favore di questa riforma, a settembre a Roma lo diremo anche sotto la sede del partito se occorre''.  

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