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Politica
Regionali Sardegna 2024, Azione di Calenda si schiera al fianco di Renato Soru
Carlo Calenda e Roberto Soru

Regionali Sardegna 2024, Azione lascia il Grande centro e scende in campo con il partito di Renato Soru

Azione, il partito fondato da Carlo Calenda dopo l'abbandono a Italia Viva di Renzi, in Sardegna sceglie la Coalizione sarda di Renato Soru per la corsa alle Regionali del prossimo 25 febbraio.

La scelta di campo era nell'aria dall'ultimo vertice del centrodestra in cui Azione, finora attiva nelle interlocuzioni della maggioranza di centrodestra e nella compagine del Grande centro, non si era presentata. L'ufficialità è arrivata in una conferenza stampa congiunta cui ha partecipato anche uno dei leader di Azione, pure lui ex renziano, Ettore Rosato, nella sede elettorale di Soru a Cagliari. "Abbiamo raccolto l'indicazione che il partito in Sardegna ha assunto nell'individuare Soru il candidato giusto per un programma proiettato all'interesse esclusivo dell'Isola", ha spiegato Rosato. Più diretto il coordinatore del partito nell'Isola Giuseppe Luigi Cucca: "La nostra uscita dal Grande centro ha destato scalpore, ma è stata fatta perché Azione ha deciso di seguire l'unica persona che ha un progetto per la Sardegna - ha chiarito -, un progetto nuovo, nonostante l'esperienza politica, che rimetta l'Isola al centro". "Siamo arrivati a 21 giorni dalla presentazione delle liste e a sinistra la candidata è stata imposta da una scelta romana, mentre a destra non si sono ancora messi d'accordo", ha rimarcato Cucca.

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Per Rosato quella di puntare su Soru "è una scelta alternativa in una campagna elettorale che sarà fatta di promesse che non vedranno mai la luce". "Abbiamo un progetto misurabile, concreto, sulla base della conoscenza profonda della Regione e delle possibili soluzioni a problemi e opportunità - ha evidenziato l'ex renziano -. Soru ha deciso di metterci la faccia, lo stimo molto, si candida per vincere, ha le caratteristiche professionali, politiche e umane per guidare questa compagine regionale e può raccogliere il consenso degli elettori liberi che non si riconoscono negli altri schieramenti e che hanno la capacità di guardare all'interesse della Regione, e di questi elettori liberi ce ne saranno tanti perché tanti si rendono conto di aver dato fiducia a una proposta politica deludente".

Soddisfatto l'ex governatore che così allarga il suo fronte al centro con un'altra sigla nazionale dopo Più Europa: "Qui non ci sono interessi romani, ma l'ambizione di togliere l'Isola dalla stagnazione in cui è piombata e dal ritardo di sviluppo che non si supera continuando a governare come è stato fatto in questi cinque anni - ha sottolineato il candidato governatore -. Ora c'è la possibilità di far nascere una seconda autonomia, iniziare un nuovo confronto con lo Stato e dare una prospettiva di cambiamento netto e radicale".

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