Politica
Renzi, Berlusconi, Verdini: tutta la verità sull'inciucio nascosto
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
In un Paese normale Centrosinistra e Centrodestra sono uno al governo e l'altro all'opposizione. O, come accade in Germania, formano una Grande Coalizione (Cdu-Spd) ufficiale e sotto gli occhi di tutti. In Italia no. A Palazzo Chigi c'è Matteo Renzi, impegnato in una battaglia estenuante su tutti i fronti con la vecchia guardia del suo partito. Uno a uno gli oppositori interi stanno lasciando il Pd: prima Civati, poi Fassina, ora D'Attorre. La speranza del premier-segretario è che anche calibri da novanta come Bersani, Cuperlo, Speranza e Bindi se ne vadano, insieme a D'Alema, magari con una rottura sulla Legge di Stabilità.
Ma torniano all'anomalia del nostro Paese. L'opposizione di centrodestra, a parte quella anti-sistema dei 5 Stelle, è ormai guidata da un giovane leader, Matteo Salvini, che però guida un movimento altamente sottorappresentato in Parlamento. C'è poi l'altro leader del Centrodestra, Silvio Berlusconi, ormai un po' fuori dai giochi ma che comunque, grazie ai risultati elettorali del Pdl del 2013, controlla ancora un discreto numero di deputati e senatori. Numero che si assottiglia sempre più, dopo l'uscita verso sinistra di Alfano con l'Ncd e verso destra di Fitto con i Conservatori-Riformisti.
Poi, proprio quando in Ncd qualcuno (Quagliariello, Giovanardi e altri...) ha cominciato a mettere in discussione il sostegno all'esecutivo, insieme alle fibrillazioni continue della sinistra dem, sono comparsi magicamente i verdiniani di Ala. Guarda caso più forti a Palazzo Madama che a Montecitorio (numeri alla mano dovrebbe essere il contrario, ma Renzi alla Camera non ha problemi). I nuovi ascari renziani erano prima sei senatori, poi sette, poi 13 e ora 14. Pronti a salire addirittura a quota 26-27, come ha detto Vincenzo D'Anna ad Affaritaliani.it. Esattamente il numero che servirebbe all'esecutivo per sopravvivere anche se 4-5 di Area Popolare e la sinistra Pd non votassero più la fiducia.
Dietro le quinte, come spiegano fonti qualificate del Nazareno e di Forza Italia, ci sarebbe l'ex Cavaliere. Berlusconi non vuole assolutamente consegnare il Centrodestra a Salvini e quindi, spinto dal 'Partito di Mediaset' (i figli, Gianni Letta, Confalonieri...), fa di tutto per consentire al segretario del Pd di andare avanti almeno fino al 2017. Ufficialmente attacca Renzi ("deriva non democratica in Italia"), e non potrebbe fare altrimenti per tener buona sia Salvini sia la parte di Forza Italia anti-Pd (Gasparri, Brunetta...), ma di fatto non muove un dito quando diversi senatori (e deputati) eletti con il Pdl due anni e mezzo fa migrano verso il gruppo renziano di Ala. Non a caso il premier non ha escluso l'ingresso di Verdini e dei suoi nel governo, magari dopo le Amministrative. Insomma, il Patto del Nazareno, come dice sempre l'astuto Maurizio Bianconi, ex Pdl e oggi con Fitto, è più vivo che mai.