Incontro tra Renzi e Berlusconi. L'obiettivo è "salvare" le riforme
Il premier punta a serrare le intese sulle riforme. Dall'Italicum al Senato. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si sono incontrati a Palazzo Chigi, nell'appartamento personale del presidente del Consiglio, alle 21 esatte di lunedì per riprendere il filo dell'accordo di tre mesi fa. Un vertice fissato, non a caso, subito dopo la chiusura della partita sulle nomine dei manager pubblici, su cui Renzi ha lavorato alacremente.
L'incontro, che giunge a ridosso della decisione del tribunale di Milano che potrebbe decretare l'inizio dell'esecuzione della pena per la condanna definitiva di Berlusconi per evasione fiscale, è stato richiesto con insistenza da Berlusconi, tornato appositamente a Roma per la prima volta dopo il ricovero all'inizio della settimana scorsa al San Raffaele per un problema alle ginocchia.
La paura che il patto del Nazareno possa cadere è crescente nel Pd e crea fibrillazione anche nelle altre forze della maggioranza di governo. Se Forza Italia crolla alle europee, l'Italicum andrà sicuramente rivisto. Se, infatti, il partito dell'ex cavaliere dovesse fermarsi al 15%, non avrebbe più interesse a siglare una riforma elettorale che potrebbe finire in una sfida tra Matteo Renzi e Beppe Grillo.
Non è bastata a dissipare i dubbi di Renzi la telefonata ricevuta da Berlusconi, una settimana fa. L'ex cavaliere ha chiarito che non intende affatto mettere in discussione l'intesa del Nazareno. I toni erano molto concilianti, lontani dalle previsioni catastrofiche di Renato Brunetta: "Non ti preoccupare Matteo, il patto tiene".
Il capogruppo di Fi alla Camera, intanto, continua a dipingere scenari foschi: "Sulla riforma del Senato sono in alto mare - dice alla trasmissione Zapping, su Radio Uno - mentre la legge elettorale è insabbiata a Palazzo Madama, perché lì Renzi non ha i voti".
A bilanciare il pessimismo di Brunetta ci pensa il sottosegretario Graziano Delrio, che a Porta a Porta commenta così l'incontro fra Renzi e Berlusconi: "E' giusto per il bene del Paese che i leader si parlino e che continuino a parlarsi costantemente" sul tema delle riforme". E aggiunge: "Tutti abbiamo notato un certo nervosismo negli ultimi giorni da parte di Berlusconi" c'era "la necessità di sentirsi di continuare a parlarsi per un cammino che fa bene all'Italia".