Renzi rischia davvero di cadere. I numeri che agitano il premier
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"La sinistra Pd non starà affatto buona, né sulla riforma della scuola né sulle riforme istituzionali". Un parlamentare del Partito Democratico confida ad Affaritaliani.it che cosa potrebbe accadere in Parlamento, soprattutto a Palazzo Madama, dopo l'esito deludente delle Amministrative di domenica scorsa per il premier. La batosta in Veneto (meno venti punti sulle Europee anche considerando i voti alla Lista Moretti) e il forte calo nelle altre Regioni e nei Comuni hanno lasciato il segno. Renzi ha detto che "l'Italia sta decollando" e paragonando il Paese all'Alitalia ha chiesto di "allacciare le cinture". Ufficialmente, quindi, il presidente del Consiglio si mostra ottimista e punta ad andare avanti, ma dietro le quinte cresce la preoccupazione. L'uscita dalla maggioranza di Mario Mauro da sola non crea grossi problemi ma potrebbe essere l'antipasto di un malumore tra i centristi per un governo sempre più monocolore Pd. Un malumore che potrebbe esplodere sulle unioni civili tra i cattolici di Area Popolare e tra gli ex montiani. Poi c'è la sinistra Pd che, forte dei dati elettorali, è decisa a dare battaglia in Senato sia sulla scuola sia sulle riforme istituzionali.
I numeri cominciano a traballare per il premier. Ora, senza Mauro, ha nove voti di margine a Palazzo Madama. Se altri senatori centristi dovessero seguire i Popolari per l'Italia e/o nella minoranza dem qualcuno si sfilasse il governo potrebbe davvero non avere più la maggioranza in un ramo del Parlamento. A questo punto gli occhi sono puntati sui 10-12 senatori di Forza Italia (i numeri non sono certi) che fanno riferimento a Denis Verdini, l'artefice del Patto del Nazareno poi strappato da Silvio Berlusconi dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Proprio i voti dei cosiddetti verdiniani - è il ragionamento che fanno sia a Palazzo Chigi sia al Nazareno - potrebbero tenere in piedi l'esecutivo, con la nascita del gruppo dei 'Responsabili' di cui si è parlato a lungo nei mesi scorsi. Ma la strada è comunque in salita. Se attualmente i senatori della minoranza dem anti-Renzi sono 8 o 10, nel caso in cui il premier-segretario avesse il sostegno decisivo di una fetta di Forza Italia l'area del dissenso nel Pd potrebbe aumentare fino a 20 senatori, rendendo così inutile il soccorso di Verdini e dei suoi. Ed ecco che l'ottimismo di Renzi, sbandierato con tanto di paragone con Alitalia, rischia di evaporare molto presto. Un po' come i voti del Pd dalle Europee alle Regionali.