Giustizia, Violante: "Preoccupa la riserva su alcuni punti". Intervista
Giustizia, Violante: "Provvedimento di vasta portata, dimostra che finalmente c'è una strategia"
Giustizia, Violante: "Serve una riflessione approfondita sulla separazione delle carriere"
"L'impianto della riforma è stato sostanzialmente confermato. L'elemento che preoccupa è la riserva su alcuni punti che verranno discussi in Parlamento, anche se si tratta di un fatto inevitabile e non è un elemento di debolezza". L'ex presidente della Camera ed ex magistrato Luciano Violante commenta con Affaritaliani.it gli emendamenti al disegno di legge sulla riforma della Giustizia varati oggi dal Consiglio dei ministri.
"La cosa più importante è che sia stata trovata un'intesa per chiudere in tempo la riforma prima dell'elezione del prossimo Consiglio Superiore della Magistratura. Sappiamo che le intese politiche sono sempre sul filo del rasoio. Ripeto, l'unico elemento di preoccupazione è che non c'è un impegno a non correggere alcuni punti".
Violante comunque sottolinea che si tratta "di un provvedimento di vasta portata e questo dimostra che finalmente c'è una strategia. Prima il processo civile, poi quello penale e ora l'ordinamento giudiziario, è la prima volta che un governo mette mano in modo importante e radicale a questi tre pilastri della Giustizia. E' sicuramente un fatto positivo".
Per quanto riguarda i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Radicali, Violante precisa: "Le valutazioni dipendono da che cosa deciderà la Corte Costituzionale, non è utile pronunciarsi prima. Posso affermare però che per quanto riguarda la separazione delle carriere in tutta Europa assistiamo a una spinta verso la pluralità delle carriere. In Francia considerano addirittura aver svolto entrambe le funzioni, pubblico ministero e giudice, un punto di preferenza per l'acquisizione di responsabilità ai vertici del sistema giudiziario. A mio avviso serve quindi una riflessione approfondita su questo punto".
Violante poi commenta anche il cosiddetto referendum sull'eutanasia legale. "Non c'entra niente con il fine vita. Se passa il sì a questo quesito si liberalizza e depenalizza l'omicidio del consenziente. Ritengo che sia profondamente sbagliato", conclude l'ex presidente della Camera.
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