Riforme, dalla minoranza Pd ok a Renzi. Ma... - Affaritaliani.it

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Riforme, dalla minoranza Pd ok a Renzi. Ma...

All'indomani della direzione Pd -  che ha segnato l'apertura del premier-segretario Matteo Renzi alle richieste della minoranza sulla spinosa questione dell'articolo 2 del ddl Boschi -  è ripreso questa mattina nell'aula del Senato il dibattito sulla riforma costituzionale. Dato il gran numero di richieste di intervento, 110, in apertura di seduta il presidente Pietro Grasso ha 'armonizzato' i tempi della discussione, che si concluderà domani, riducendo a dieci minuti la durata di ogni intervento. Decisione che ha destato le proteste delle opposizioni contro la cosiddetta 'tagliola'. Alcuni senatori dei partiti di minoranza hanno accusato il presidente del Senato di aver tagliato la durata degli interventi a causa delle pressioni della maggioranza.

In particolare Roberto Calderoli (Lega), Mario Mauro (Gal) e Lucio Malan di Forza Italia hanno addirittura espresso solidarietà a Grasso per le "indebite e inedite" pressioni del presidente del Consiglio sull'ammissibilità degli emendamenti all'articolo 2. Ma il presidente del Senato ha chiarito: "Tutto avrei potuto immaginare, tranne che una decisione che è frutto di prerogative presidenziali potesse essere interpretata come un cedimento a eventuali pressioni. Siccome il senatore Mauro ha insinuato questo rispondo sul punto. Non le permetto di pensare né di sospettare una cosa del genere", ha aggiunto ribadendo il compito del presidente di armonizzare i tempi.

Calderoli, Sara Paglini (M5s), Loredana De Petris (Sel) hanno poi chiesto di riconsiderare la decisione, anche perché l'unica data fissata dalla conferenza dei capigruppo è il 15 ottobre. Giorgio Tonini (Pd) ha invece condiviso l'armonizzazione. Il presidente ha invitato i senatori a non usare "il termine 'tagliola' non adatto a questa situazione. Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere", ha concluso.

Intanto la minoranza del Pd continua a lanciare segnali di distensione. Dopo il sostanziale "via libera" dato ieri da Pier Luigi Bersani alla mediazione proposta dal premier, oggi l'ex segretario Pd è tornato a commentare in Transatlantico la possibilità di una nuova intesa sulle riforme: "Leggo alcune cose sui giornali e voglio dire: smettiamola con i giochini da bambino, fare a 'chi vince e chi perde' mi pare un pò infantile. Se, come pare, la formula costituzionale usata sarà nella  sostanza usata quella secondo cui scelgono gli elettori e il consiglio regionale ratifica, o prende atto, noi avremo un Senato elettivo. Quello che io e altri chiediamo da mesi", aggiunge Bersani. "Se sarà così bisognerà vederlo perchè voglio credere che, dopo il passaggio di ieri, sarà il gruppo del Senato" a dover lavorare.

I dissidenti dem, che oggi si sono confrontati in una riunione, pur valutando positivamente le parole di Renzi in direzione hanno comunque deciso di confermare gli emendamenti alle riforme. Per i senatori della minoranza la soluzione migliore sarebbe la modifica del comma 2 dell'articolo 2 ma, se verrà sancito che i cittadini decidono chi mandare al nuovo Senato, allora un punto di accordo si può trovare attraverso il comma 5. "In Costituzione si fissa il principio, i dettagli in legge ordinaria". Il presidente del Senato, Piero Grasso, deve ancora pronunciarsi sull'emendabilità e quindi, viene riferito da fonti della minoranza Pd, in questa fase si è deciso di ripresentare gli emendamenti al ddl Boschi.

Da parte sua il presidente del Senato ha detto di "guardare con ottimismo" ai segnali di dialogo tra le diverse parti politiche e di auspicare a "un consenso ampio che produca una riforma coerente". Ma al tempo stesso ha messo in guardia i partiti dal "non trattare la materia costituzionale come strumento di bassa politica", invitando "ad anteporre l'interesse generale a quelli particolari e personali. Le regole della democrazia qualificano la libertà di ciascuno di noi e vanno maneggiate con cura e cautela, misurando le parole e pensando alle future generazioni".

Intanto il Pd sta lavorando a una decina di emendamenti di mediazione, che riguarderanno diversi punti del ddl riforme e non solo quello relativo alla scelta dei senatori/consiglieri e che saranno presentati, nelle prossime ore, a firma dei capigruppo della maggioranza che sostiene il governo. Una mediazione che, si apprende, se venisse incontro alle richieste della Lega potrebbe "dissuadere" Roberto Calderoli dalla presentazione di una mole di emendamenti in Aula.

Quanto all'opposizione si terrà giovedì alle 15 una riunione del gruppo di forza italia al Senato, con Silvio Berlusconi. Al centro dell'incontro il tema delle riforme.