De Benedetti fa armi e bagagli e lascia il Domani: il quotidiano dell'Ingegnere passa a una fondazione. Ecco perchè - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:13

De Benedetti fa armi e bagagli e lascia il Domani: il quotidiano dell'Ingegnere passa a una fondazione. Ecco perchè

"Lo dissi nel 2020 e lo faccio oggi", ha commentato l'editore

di Matteo Posci

Carlo De Benedetti lascia il 'Domani' a una fondazione con una dote iniziale di 4 milioni di euro. L'annuncio nel giorno del quinto anniversario del quotidiano

Carlo De Benedetti oggi 15 settembre, nel giorno in cui il "Domani" compie cinque anni, ha annunciato ufficialmente che lascerà il quotidiano a una fondazione. La decisione in realtà era stata presa già nel 2020. Lo scrive il sito online Prima Online. 

“La mia idea da sempre era che, quando il giornale fosse stato in equilibrio economico, l’avrei passato a una fondazione.  - sono le parole di De Benedetti riportate da Prima Online - E oggi, cogliendo l’occasione del compleanno dei cinque anni, rispetto quella promessa. Avrei potuto cambiare opinione, visto che il mondo è radicalmente mutato, ma sono rimasto fedele a quell’idea. Lo dissi nel 2020 e lo faccio oggi. È una decisione coerente e mi fa piacere di poterla prendere. Se oggi posso mantenere quell’impegno lo devo al lavoro fatto da Antonio Campo Dall’Orto, dal direttore Emiliano Fittipaldi, dalla redazione e da tutti i responsabili editoriali e commerciali”.

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"‘Domani’ non è ancora in pareggio: le perdite sfiorano il milione di euro, ma la previsione è di azzerarle entro un anno, grazie alla spinta sul digitale – con una politica mirata di abbonamenti, basata soprattutto sulle newsletter verticali – e a una gestione più diretta dei rapporti con il mondo della comunicazione delle imprese".

"Insieme a Campo Dall’Orto troveremo persone di alto profilo,  - continua De Benedetti - in sintonia con la vocazione editoriale del giornale: progressiste, indipendenti, riformiste. La fondazione avrà così una struttura culturale forte. Io non scappo: un giorno morirò, ma questo è un altro discorso. Continuerò a seguire con passione il giornale, anche se non sarà più mio ma della fondazione”.

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De Benedetti spiega che i motivi per cui ha preso la decisione di lasciare il 'Domani' a una fondazione che riceverà una dote iniziale di 4 milioni di euro: "Sono nato a Torino – racconta – dove, dopo l’esilio in Svizzera per sfuggire alle leggi razziali, ho vissuto la stagione straordinaria della ricostruzione. A Torino c’era il mondo del Partito d’Azione, con figure come Galante Garrone e Bobbio, intellettuali che avevano una visione chiara dei diritti. Lì mi sono formato e non ho mai cambiato mentalità in novant’anni di vita. Non ho mai preso la tessera di un partito, nemmeno quando La Malfa mi propose di fare il senatore. Ho coltivato la mia indipendenza e le mie idee di libertà. Così è nato ‘Domani’, per non lasciare morire quel filone di indipendenza, internazionalismo e cultura. L’unico quotidiano fondato in Europa durante la pandemia, una voce progressista, non legata a partiti né a interessi personali. I miei interessi erano e restano altrove, quindi non c’è mai stato alcun conflitto. Oggi sono orgoglioso del lavoro giornalistico fatto e di ciò che resta da fare. Quando sfoglio i grandi quotidiani e vedo che molti temi trattati da ‘Domani’ non compaiono altrove, sono fiero della scelta che ho fatto e che oggi consegno a una fondazione e alla redazione”.

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