Politica
Nucleare, Salvini rilancia: un sondaggio dice che gli italiani sono favorevoli
Un sondaggio dice che gli italiani sono favorevoli
Nucleare, l’Ue lo considera fondamentale contro i cambiamenti climatici
Qualche tempo fa Matteo Salvini ha detto di volere la prima centrale nucleare attiva nella sua Milano e questo sulla scia di un mood mondiale, peraltro istituzionale. È da poco infatti terminata la Cop 28 a Dubai con il documento finale che contiene per la prima volta una frase sull’uscita dai combustibili fossili.
Affinché non si superi l’aumento della temperatura di più di 1,5 gradi centigradi è necessario utilizzare, sul lungo termine, l’energia nucleare insieme alle fonti rinnovabili.
Ieri, Salvini ha fatto un post su Facebook con i risultati di un sondaggio Quorum/YouTrend dal titolo: “Centrali nucleari in Italia? Sono più i favorevoli dei contrari”
Favorevoli: 47%
Non sanno: 20%
Contrari: 33%
Il risultato è inaspettato ma indicativo di completo cambiamento di mentalità da parte degli italiani che per anni sono stati artatamente spaventati dallo spauracchio nucleare da scaltri politicanti attenti solo alla loro carriera.
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Invece, nel breve termine, le fonti fossili saranno ancora utilizzate a scalare per garantire una transizione energetica sicura.
È l’unico modo per ottenere due risultati: contenere l’innalzamento delle temperature e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
Dunque sul lungo termine, avente come obiettivo emissioni zero per l’anno 2050, gli esperti mondiali prevedono un mix di nucleare e fonti rinnovabili.
Alla suddetta Cop Usa, Francia ed Emirati Arabi, insieme ad altri 20 Paesi, si sono fatti promotori di un gruppo di studio per raggiungere l’obiettivo della neutralità energetica.
La tecnologia nucleare sta evolvendo molto rapidamente.
Attualmente si utilizzano reattori nucleari di terza generazione con progetti avanzati verso la Generazione III plus ma guardando come obiettivo i reattori di IV Generazione che sono ancora in fase sperimentale.
ll materiale fissile, cioè il combustibile, è sempre l’uranio oppure il plutonio. Gli obiettivi della IV generazione sono incentrati sulla sicurezza, la riduzione delle scorie e la diminuzione dei costi progettuali. Sul lungo termine invece ci sarà il nucleare da fissione che tramutando l’idrogeno in elio, il meccanismo utilizzato dal sole, garantirà energia praticamente illimitata e senza scorie.
La UE ha riconosciuto l’assoluta sostenibilità ambientale del nucleare inserendolo nella “tassonomia” delle attività da incrementare, come previsto dal Green Deal europeo, il patto che dovrebbe far raggiungere la neutralità climatica per il 2050.
Questo punto è stato assai contestato dai No Tutto italiani che cercano di far naufragare l’iniziativa.
Ma se si vuole combattere veramente il fenomeno dei cambiamenti climatici, che vediamo ogni giorno all’opera, non vi è altra strada.
Non si tratta di un ghiribizzo ideologico ma del fatto che le fonti rinnovabili, da sole, non ce la fanno a sostenere la domanda mondiale di energia. A parte la cosiddetta “densità energetica” bassa hanno un limite fondamentale nelle batterie che devono accumularle a causa della intermittenza delle fonti, in primis solare ed eolico.
L’unico produttore mondiale di batterie è attualmente la Cina che ha quindi tutto l’interesse di fare lobbing su Bruxelles per “piazzare” i loro prodotti, soprattutto in campo automobilistico dove la tecnologia è ancora costosa ed immatura. Quindi i combustibili fossili andranno eliminati con gradualità permettendo una transizione energetica dolce.
Ma gli ambientalisti ideologizzati sono già sul piede di guerra perché si sono accorti che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena: non si può combattere il nucleare e i cambiamenti climatici insieme.
Occorre fare delle rinunce e seguire una strada razionale alla risoluzione del problema.