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Salvini, bilancio di fine anno tra immigrazione, legittima difesa, Mes e...
Matteo Salvini

Matteo Salvini, bilancio di fine anno tra immigrazione, legittima difesa, Mes e...

Ieri sera Matteo Salvini ha fatto a “Fuori dal Coro” condotto da Mario Giordano un bilancio di fine anno, una sorta di revisione di quanto è stato fatto e di quanto si deve ancora fare nell’agenda politica della Lega. Ha iniziato dal piatto forte e cioè dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità) di cui la maggioranza di centro – destra ha bloccato il meccanismo di revisione che tanto interessava Bruxelles ma che espone ad una temibile possibilità e cioè apre la porta alla possibile ristrutturazione del debito sovrano, anche se di questo non si può parlare per non spaventare la gente ed infatti i giornaloni ne accennano solo di sfuggita.

Inoltre serve molto di più a salvare le “banche tedesche” in difficoltà con i soldi degli stati più deboli finanziariamente, come l’Italia che viceversa. Insomma il solito meccanismo “salva Germania e Francia”.

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Il vicepremier si è così espresso sul tema: "L'aver bloccato il Mes è qualcosa di cui vado orgoglioso e di cui l'intero governo deve andare orgoglioso. Ed è stata una scelta totalmente condivisa con Giorgetti, è una battaglia storica della Lega. Il Mes è uno strumento inutile, superato e vecchio e avrebbe previsto molto semplicemente che per salvare delle banche straniere, l'Italia, che è composta da pensionati, disoccupati, operai imprenditori e insegnanti, avrebbe dovuto pagare miliardi di euro per salvare banche tedesche in difficoltà. Il patto di stabilità è un passo in avanti migliorativo rispetto alle lacrime e sangue del passato. Questo nuovo accordo è un passettino in avanti rispetto ai tagli del passato".

Poi è stato affrontato il tema dell’immigrazione, sempre drammatico per i suoi risvolti sociali. “Si può fare di più e meglio tutti insieme”. In effetti l’immigrazione selvaggia a cui è soggetta l’Italia è spesso usata come “merce di scambio” proprio dall’Ue che cerca di condizionarci per trattare su altri temi. Una questione sensibile perché gran parte del degrado delle nostre città deriva proprio da un afflusso incontrollato, soprattutto nelle zone periferiche che pagano il costo più alto in termini di degrado sociale. Importiamo povertà, disperazione e violenza e la importiamo dove gli italiani sono più deboli perché hanno meno risorse economiche. Dire che è facile per la Schlein pontificare dai suoi attici milionari non è populismo ma realismo.

Sulla legittima difesa, altro tema sentitissimo dalla pubblica opinione, Salvini è stato chiaro, sulla scia di quanto è capitato al gioielliere di Cuneo: "la nuova legge che abbiamo fortemente voluto e che abbiamo approvato come Lega dopo tanti tentativi ha aiutato tantissime persone, si limita però a chi si difende all'interno del proprio appartamento, del proprio negozio, della propria tabaccheria, del proprio ristorante, quindi sancisce il sacrosanto diritto alla difesa in caso di aggressione e di difesa all'interno delle mura. Adesso serve un ulteriore passo e come Lega abbiamo pronto il testo e spero che l'intera maggioranza sia d'accordo, per tutelare anche coloro che si difendono nelle immediate vicinanze".

Se uno viene aggredito si deve poter difendere con ogni mezzo e ovunque si trovi. È una considerazione di banale “diritto naturale” che però nel mondo alla rovescia in cui ci troviamo suona impossibile.

Ci sarà una legge in tal senso per il 2024? “L’obiettivo è questo”. Finalmente. E anche questa è una battaglia sacrosanta. Ormai la gente non crede più nella giustizia, vede spesso malfattori assolti e persone per bene condannate a causa di leggi ingiuste a cui i giudici si devono adeguare.

Deve, ad esempio, subire lo scherno delle borseggiatrici che dicono, con la solita cantilena, che loro delinquono perché non le si può fare niente, ed è vero perché le leggi italiane sono buoniste e proteggono spesso i delinquenti invece della gente per bene. È un tema delicato e sempre più la gente tende a farsi giustizia da sé.

Salvini ha poi parlato del terzo mandato per i sindaci e, più in generale, gli amministratori: "Se un cittadino apprezza il suo sindaco o apprezza il suo Presidente di Regione, perché dopo due mandati deve rinunciarvi? Per i parlamentari non c'è, per i ministri non c'è un limite dei mandati".

Ed infine un pensiero a Israele: “voglio dirlo chiaramente a differenza di altri politici che balbettano e cercano di dire e non dire: con il sacrosanto diritto all'esistenza e alla difesa di Israele, che è una democrazia da preservare in Medio Oriente". Certo che fa impressione ascoltare parole dirette e chiare su questi temi.

Si pensi solo alla segretaria del Pd Elly Schlein che non sa più che pesci prendere, a quali equilibrismi dialettici votarsi, lei ebrea alla guida di un partito infarcito di pro palestinesi. Alla sua armocromista dovrà raddoppiarle il compenso a 600 euro l’ora per poterle lenire lo stress, mescolando sapientemente il bianco, il nero e il verde della bandiera palestinese con il bianco e azzurro si quella israeliana.

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