Intesa Sanpaolo, presentata la nuova ricerca su risparmio e scelte finanziarie degli italiani - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 17:30

Intesa Sanpaolo, presentata la nuova ricerca su risparmio e scelte finanziarie degli italiani

Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo): "Il nostro ruolo è quello di offrire ai risparmiatori l’opportunità di accedere a rendimenti più elevati senza aumentare il livello di rischio"

di Caterina Nicau Castanho

Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi: presentata a Milano l'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2025

Nel corso della presentazione dell’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2025, frutto della collaborazione tra Intesa Sanpaolo e il Centro Einaudi, sono intervenuti alcuni dei principali protagonisti del panorama economico e finanziario nazionale: Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist dell’istituto bancario, Giuseppe Lavazza e Giuseppe Russo, rispettivamente Presidente e Direttore del Centro Einaudi. Lo studio, basato su un campione rappresentativo di circa 1.500 persone, analizza in profondità l’atteggiamento degli italiani nei confronti del risparmio e degli investimenti, includendo un approfondimento speciale sulla cosiddetta Silver Age — ovvero i cittadini tra i 60 e gli 85 anni — grazie a un sovracampionamento di 200 intervistati in questa fascia d’età.

Il panorama che emerge è quello di una popolazione sempre più consapevole dell’importanza del risparmio, soprattutto in vista di eventi imprevisti e della vecchiaia. L’edizione 2025 segna un nuovo picco nel numero di risparmiatori: rappresentano il 58% del campione, in crescita rispetto al 56% del 2024 e al 52% del 2023, raggiungendo così il livello più alto degli ultimi due decenni. Nel 2014, il dato aveva toccato un minimo storico, fermandosi al 39%. A guidare questa tendenza sono prevalentemente gli uomini (61%) e le persone con un alto livello di istruzione. È proprio il titolo di studio a rivelarsi determinante anche per l’indipendenza finanziaria: oltre il 90% dei laureati si dichiara pienamente autonomo sotto il profilo economico, contro una media del 84,2% nel totale del campione.

Il risparmio, per una quota rilevante (36%), continua a rappresentare uno strumento di protezione rispetto a possibili difficoltà future. Tuttavia, accanto a questo atteggiamento precauzionale, sta prendendo piede un nuovo approccio più strategico e orientato a obiettivi precisi, come l’acquisto della casa, il sostegno ai figli o la preparazione alla pensione. Questi “risparmiatori intenzionali” costituiscono ormai il 38% di chi mette da parte denaro.

Nel quadro della previdenza, cresce la sensibilità degli italiani verso il proprio futuro pensionistico. Poco meno di un quarto degli intervistati (24,5%) ha aderito a una forma di previdenza complementare, una percentuale ancora contenuta ma in netto aumento rispetto a quindici anni fa. Rimane invece molto bassa la diffusione delle polizze assicurative per la Long Term Care (LTC), così come quelle sanitarie e vita, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione. Anche tra gli anziani, la copertura per le spese mediche tramite assicurazione resta limitata: solo il 17,9% afferma di disporne, che si tratti di polizze individuali, familiari, collettive o aziendali.

Il patrimonio immobiliare continua a rappresentare il cuore della ricchezza degli italiani. Circa l’80% vive in una casa di proprietà e la voglia di investire nel mattone non conosce età. Oltre il 7% degli over 60 esprime il desiderio o l’intenzione di acquistare un’abitazione nei prossimi anni, spesso per migliorare la propria condizione abitativa o trasferirsi in una località più adatta alla vita post-lavorativa. Da segnalare che ben il 22% delle compravendite effettuate dagli over 55 è destinato ai figli.

Per quanto riguarda gli investimenti, le obbligazioni restano la scelta prediletta da un quinto dei risparmiatori. Tra questi, il 44% ha compiuto operazioni nel corso dell’ultimo anno, con un rapporto di due acquirenti per ogni venditore. Le azioni, al contrario, rimangono un fenomeno marginale, coinvolgendo solo il 4,6% del campione negli ultimi dodici mesi. La priorità continua a essere la sicurezza del capitale, ma per la prima volta questa esigenza scende sotto la soglia del 50%: solo il 47% degli intervistati la indica come obiettivo principale, segno forse di un’evoluzione delle aspettative. A incidere su questa prudenza generalizzata contribuisce anche un livello ancora insoddisfacente di alfabetizzazione finanziaria: soltanto quattro italiani su dieci si dichiarano sufficientemente competenti in materia.

Particolare attenzione è stata riservata ai comportamenti e alle opinioni dei cittadini nella cosiddetta Silver Age. Gli over 60 si confermano protagonisti attivi della vita economica e familiare. Tra gli ultraottantenni prevale ancora l’approccio precauzionale, motivato soprattutto da timori legati alla salute e alla necessità di far fronte a spese impreviste. I senior si rivelano anche un pilastro del welfare familiare: aiutano economicamente figli e nipoti e investono tempo nelle relazioni intergenerazionali. Il 70% afferma che “bisogna lasciare almeno la casa ai figli”, mentre circa la metà ritiene che “l’eredità sia un dovere morale”.

Sorprende la tenacia lavorativa di questa fascia d’età. Tra i 61 e i 70 anni, ben il 59,7% degli uomini e il 44,4% delle donne continuano a svolgere attività retribuite, percentuali che si riducono ma restano significative anche nella fascia 71-80 (31,5% e 28,5%) e tra gli over 81 (12,2% e 12,1%).

Guardando al futuro, gli over 60 mostrano un cauto ottimismo. Il saldo tra chi si dichiara fiducioso e chi è pessimista rispetto alla possibilità di continuare a risparmiare nei prossimi 12-18 mesi resta positivo, oscillando tra uno e due. Per molti, risparmiare non è solo un modo per garantirsi sicurezza, ma anche un modo per onorare un impegno morale verso le generazioni più giovani. Anche la soddisfazione per il patrimonio accumulato segue un andamento interessante: parte alta tra i 45 e i 55 anni, scende nella fascia centrale, per poi risalire con l’avanzare dell’età, soprattutto tra gli uomini, tra cui si registra un picco di soddisfazione tra il 50% e il 52%. L’indagine del 2025 restituisce così l’immagine di un Paese che, pur segnato da incertezze, riscopre il valore del risparmio non solo come misura di difesa, ma anche come strumento di progettazione consapevole del futuro.

L'intervista a Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: "L’investitore italiano, il risparmiatore che sceglie di investire, è tradizionalmente molto prudente. Predilige essenzialmente due destinazioni: l’investimento immobiliare e i titoli di Stato. Finora, la storia gli ha dato ragione. Tuttavia, si tratta di strumenti che, in termini di rendimento, possono essere superati da altre forme di investimento, come ad esempio quelle legate all’alta tecnologia. Il ruolo degli operatori — in particolare della prima banca italiana — è proprio quello di offrire ai risparmiatori l’opportunità di accedere a rendimenti più elevati senza aumentare il livello di rischio. Faccio un esempio concreto: abbiamo investito in NEVA SGR, una società che opera nell’ambito delle tecnologie avanzate. Non proponiamo titoli a leva o partecipazioni con effetto leva, ma strumenti finanziari che investono a loro volta in un paniere diversificato di tecnologie. Questo è fondamentale, perché il risparmio va valorizzato e deve poter garantire una redditività più soddisfacente".

"In genere, un investitore desidera avere un orizzonte temporale ampio e il più possibile affidabile. Tuttavia, ciò che stiamo vivendo oggi non offre garanzie su nessuno dei due fronti: l’affidabilità è molto limitata e persino le dichiarazioni che vengono fatte appaiono fragili, difficili da considerare durature", ha concluso.

L'intervista a Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo

Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: "La ricerca di oggi ci offre un quadro rassicurante, che mostra come gli italiani continuino a risparmiare in modo consistente. Anzi, la quota di famiglie che riesce a mettere da parte risorse ha raggiunto il 58%, il livello più alto dal 2000, con un incremento di due punti percentuali rispetto all'anno scorso. Rimane prevalente la ricerca di sicurezza negli investimenti, motivo per cui l’azionario continua a non essere una scelta prioritaria. C'è invece un significativo orientamento verso le obbligazioni e, come da tradizione tutta italiana, verso il mattone: l’80% degli italiani è proprietario della propria abitazione. Una riflessione che ritengo importante è che una parte rilevante di questo risparmio ha una motivazione precauzionale: gli italiani esprimono preoccupazione per il futuro previdenziale e per le spese sanitarie. Questo porta a un tasso di risparmio più elevato rispetto a quello che sarebbe strettamente necessario. Tuttavia, risparmiare di più significa anche consumare un po’ meno, e ciò può avere, nel lungo periodo, un impatto sulla crescita potenziale del prodotto interno lordo del Paese".