A- A+
Politica
Salvini sceglie Trump: il clamoroso endorsement alla Piazza di Affari
Matteo Salvini e Angelo Perrino 

La mossa a sorpresa del leader della Lega, che pure in passato era già stato vicino a Steve Bannon

 

“In autunno ci saranno le elezioni negli Stati Uniti. Posso dire senza essere minacciato che tra Biden e Trump io scelgo Trump? E spero che i Repubblicani vincano le elezioni di medio termine", queste le parole di Salvini nel corso della sua intervista di ieri sera a Ceglie Messapica al direttore di Affari italiani Angelo Maria Perrino alla festa di Affaritaliani.it

Ricordiamo che le elezioni di “medio termine” negli Usa si terranno a partire dall’8 novembre prossimo. Esse si celebrano a metà mandato presidenziale, ogni quattro anni, e garantiscono un puntello costituzionale al potere del Presidente che così viene parzialmente “giudicato” dai suoi elettori, realizzando quel mirabile sistema di pesi e contrappesi pensato dai Padri costituenti.

Una notizia bomba quella della scelta di campo del leader della Lega che per la prima volta ha rotto un compatto fronte atlantista rivendicando spazio per la diversità del proprio pensiero.

La figura di Joe Biden, 46° presidente Usa, è già abbastanza logorata dopo soli due anni di mandato (che dura in totale quattro). Troppe incertezze, troppi tentennamenti, troppe polemiche hanno rivitalizzato il Partito Repubblicano che era uscito malconcio dalle ultime presidenziali.

Biden sconta soprattutto l’aver dovuto subire la guerra della Russia in Ucraina che ridimensiona molto l’immagine degli Stati Uniti nel mondo. Salvini ha fatto una scelta impopolare ma almeno ha avuto il coraggio di farla ed ha rivendicato un suo “territorio” che finora è rimasto scoperto nella politica italiana.

Infatti la scelta atlantica effettuata dall’alleata Giorgia Meloni ha lasciato il campo completamente libero al leader della Lega che ha deciso così di approfittarne in campagna elettorale.

Non sfugge che la figura di Trump è stata controversa, ma ha anche rappresentato la rottura di un modello culturale. La vittoria di Trump nel 2017 è stato un vero e proprio cambio di paradigma non solo politico ma anche sociale che ha avuto ripercussioni mondiali, tra cui proprio nel nostro Paese.

Si ricorderà che allora Salvini era molto schierato con il sovranismo internazionale tanto da attrarre l’interesse dell’allora consigliere del Presidente, Steve Bannon che cercava di intessere una rete mondiale sovranista. La vittoria di Trump rappresentò un vero e proprio shock culturale per l’America dopo tanti anni di buonismo democratico che aveva spesso travalicato i limiti del buon senso, irritando in primis proprio i suoi sostenitori storici. Si ricorderanno i discorsi contro la povertà di Hillary Clinton ingioiellata come una madonna pellegrina che fecero il paio con quelli dell’altrettanto ingioiellata e griffatissima Michelle Obama che non solo non portarono ai risultati previsti, ma anzi furono assolutamente deleteri proprio per l’elettorato democratico femminile che passò armi e bagagli dalla parte di Donald Trump che poi infatti vinse.

Se si va poi a vedere il disaggregato geografico dei voti del 2017 si evince facilmente che la perdita dei democratici e la vittoria dei repubblicani è avvenuta proprio nelle regioni dove era forte la presenza operaia impoverita dalla globalizzazione democratica, riproducendo una sorta di effetto Rust Belt (Cintura della Ruggine) che colpì negli anni ‘80 del novecento la regione nord orientale degli Usa, quella dei Grandi Laghi, fino alla Virginia.

Insomma il ceto medio e soprattutto quello operaio diedero allora un forte segnale di discontinuità alla politica democratica. Si ricorderà poi che Bannon salutò con grande entusiasmo la nascita del primo governo Conte, quello giallo – verde della Lega con i Cinque Stelle che per il consigliere di Trump rappresentò addirittura un “laboratorio mondiale”, come ebbe a dire più volte, attirando anche l’interesse di un altro sovranista ora al centro dell’attenzione mondiale, il russo Dughin.

La sensazione che si ha è che Salvini con questa dichiarazione esplosiva, abbia voluto rispondere ulteriormente proprio a Giorgia Meloni che la sera prima, nello stesso evento alla Piazza di Ceglie, aveva dichiarato che non vedeva ostacoli alla sua nomina a premier se il centro – destra e Fratelli d’Italia avessero vinto le prossime elezioni politiche. Al che Salvini aveva risposto: “Meloni premier? Non è così scontato”.

Iscriviti alla newsletter
Commenti
    Tags:
    donald trumpla piazzamatteo salvini





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda la gallery

    Affari in rete

    
    in vetrina
    Boom per Salone del Mobile 2024 e Fuorisalone: i numeri tornano ai livelli pre Covid

    Boom per Salone del Mobile 2024 e Fuorisalone: i numeri tornano ai livelli pre Covid


    motori
    Opel celebra 125 anni dalla nascita della produzione industriale dell’ auto

    Opel celebra 125 anni dalla nascita della produzione industriale dell’ auto

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.