Scandalo Mose a Venezia, Cacciari ad Affaritaliani.it: “Ora deve intervenire Renzi”
Di Tommaso Cinquemani
Professor Cacciari, che cosa pensa degli arresti a Venezia nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per il Mose?
“Bisogna vedere le motivazioni e poi si potrà discutere con fondatezza. Io ho seguito il dossier Mose per altri aspetti, tecnici ed economici”.
Lei è sempre stato contrario a questa opera, come mai?
“Ero contrario per le procedure messe in atto, che sono del tutto centralizzate e che funzionano esautorando ogni forma di controllo da parte dell’ente locale. E un’opera sbagliata nel merito tecnico ed economico”.
Si aspettava questi arresti?
“Il Mose è un’opera che è partita alla fine degli Anni 80 e si concluderà dopo 30 anni. Costerà sui sette miliardi di euro. E’ una bella torta, che fa gola a tanti”.
In manette è finito anche il sindaco Pd Orsoni, è finista la cosiddetta “superiorità morale” della sinistra?
“Premesso che non so nulla della posizione di Orsoni, non è la prima volta che il Pd o la sinistra finisce in queste vicende. E’ il sistema che non funziona”.
Per quale motivo dice che ‘il sistema non funziona’?
“Se si seguono le procedure previste per gli appalti pubblici con la massima trasparenza, i tempi di realizzazione delle opere si allungano a dismisura e semplicemente non si fanno. Ad un certo punto allora scatta l’emergenza, che è criminogena per sua natura. Le opere devono essere centralizzate perché altrimenti non c’è tempo e in questo modo si aprono gli spazi per chi ha interessi privati”.
Che cosa si può fare per evitare futuri scandali?
“Renzi deve riguardare l’intero campo dei lavori pubblici e scrive dei testi unici semplici, che permettano di fare le cose bene e rapidamente. Altrimenti ci ritroveremo costantemente nelle condizioni in cui siamo. Sono sicuro che succederà lo stesso anche per la Tav”.