Politica

Elly Schlein tra due fuochi per il futuro della sinistra

di Andrea Soglio

La sconfitta in Liguria divide le anime dell'opposizione tra chi vorrebbe il Campo Largo e chi l'addio al M5S

All'indomani del voto in Liguria con il centrodestra che ribalta le previsioni di qualche mese fa (alle europee nella regione il centrosinistra aveva 8 punti di vantaggio...) Elly Schlein si trova davanti ad un bivio, in realtà sempre lo stesso dal suo arrivo al Nazareno: Campo Largo si o Campo Largo no?

L'analisi

Una buona parte della classe dirigente del Pd infatti ha letto il voto di ieri in questo modo: «il Partito Democratico è in salute, in crescita, il primo partito della regione. La sconfitta è colpa del Movimento 5 Stelle e di Conte. Non sono affidabili. Niente alleanza con i grillini...». Un'altra parte però la pensa in maniera diversa, anzi, opposta: «quanto successo in Liguria dimostra che il Campo Largo non solo è l'unica soluzione, ma è una strada vincente. Con i voti di Renzi infatti avremmo vinto...».

Pro e contro non nuovi ma se fino a ieri la segretaria era più favorevole alla Grande Alleanza in nome del valore matematico più che politico dei vari partiti, da oggi l'aria è cambiata o, meglio, non è più quella di prima. Molti commentatori (che Schlein segue con attenzione) stanno infatti spingendo per una rottura con Conte ed i suoi ritenuti inaffidabili e per certi versi addirittura dannosi. Anche perché l'ex Avvocato del Popolo, conscio della sua posizione di forza nei confronti del Pd, ha alzato i toni e la posta in gioco. Basti pensare al suo No a Renzi in Liguria a poche settimane dal voto, o a quanto accaduto in Parlamento nel voto per i vertici Rai, con i grillini in aula ed i dem invece fuori, o in Piemonte, dove il Movimento ha schierato un suo proprio candidato. Insomma, Conte sa di poter fare, e lo fa, il bello ed il cattivo tempo arrivando fino a dichiarare in maniera autonoma che il Campo Largo «è morto».

Insomma, Schlein sembra chiusa in un angolo dove come fa, sbaglia o quantomeno scontenta qualcuno. Ad agosto le tre regionali (Liguria, Emilia-Romagna e Umbria) venivano viste al Nazareno come un 3-0 per la sinistra; oggi le previsioni sono di un unico successo, nel fortino emiliano...

L'idea «Ursula»

Ma una via d'uscita forse c'è. Qualcosa che rimetta le carte in gioco, non solo nell'opposizione. Un'idea che ha un nome ben preciso: «Maggioranza Ursula». Quell'alleanza cioè che a Bruxelles unisce i socialdemocratici, popolari e liberali. Tradotto in schieramento italiano sarebbe Forza Italia-Renzi e Calenda-Pd. Obiettivo non le regionali in arrivo ma le prossime politiche, oggi previste per il 2027. 

Un progetto ambizioso, complicato, molto complicato ma anche molto chiacchierato nei palazzi romani. Serve tempo, e quello onestamente c'è. Ma qualcuno già racconta che Elly Schlein non avrebbe la «statura», la leadership politica per gestire una cosa simile. Servirebbe un altro segretario. Ma questa è un'altra storia.

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