Politica
Ok alle unioni civili non scontato. Renzi col pallottoliere

Il governo Renzi dorme sonni tranquilli o è a rischio sulle unioni civili? A conti fatti, i 'malpancisti' del Pd, tra conferme e smentite, restano una trentina su 112 senatori dem. I favorevoli si riducono così a circa 80 cui bisogna aggiungere i 35 senatori pentastellati che hanno dichiarato che avrebbero votato il provvedimento se non fosse stato modificato. Dentro il Partito Democratico si sta cercando ancora una difficile mediazione e perciò, se al posto della stepchild adoption dovesse passare 'l'affido rafforzato' (ipotesi comunque ormai remota), la posizione di molti senatori grillini potrebbe modificarsi. Oltre a queste considerazioni tecniche bisogna aggiungerne una più di carattere politico: siamo proprio sicuri che i 5 Stelle vogliano aiutare il Pd in un momento in cui molti esponenti democratici si sono divertiti a polemizzare con loro per il 'caso Quarto'? Se si dovesse votare a scrutinio segreto ci potrebbero essere molte sorprese anche dal versante grillino.
Le posizioni delle forze di Centrodestra sono decisamente più chiare. La Lega Nord, con i suoi 12 senatori, voterà contro il ddl Cirinnà, mentre Silvio Berlusconi ha lasciato libertà di voti ai suoi uomini, esprimendo però un giudizio negativo sul provvedimento. Fatta eccezione per 5 o 6 senatori, i 41 membri del gruppo forzista voteranno compattamente contro. Stessa linea terranno i 10 fittiani, senza particolari distinguo. Posto che i 31 senatori alfaniani di Area Popolare voteranno in massa contro le unioni civili, la maggioranza, come si è detto, dovrà fare affidamento sui senatori del gruppo misto, sui vendoliani, sugli ex 5 Stelle e sui verdiniani. Scandagliando il gruppo misto si vede che su 28 ben 9 sono i senatori vendoliani e gli altri 19 si dividono più o meno equamente tra favorevoli e contrari. Nel gruppo Gal (Grandi Autonomie e libertà) si annidano i più grandi oppositori al provvedimento come Carlo Giovanardi, Mauro Mario, Gaetano Quagliariello e altri senatori centristi. Resta poi l'incognita dei senatori a vita con l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi che ormai da tempo non frequenta più Palazzo Madama. E infine c'è il vero ago della bilancia: i 17 senatori verdiniani che per la stragande maggioranza dovrebbero votare a favore, soprattutto dopo aver ottenuto la vice-presidenza di tre commissioni.
In definitiva, il ddl Cirinnà dovrebbe passare (il condizionale è d'obbligo). Riassumendo, al momento la maggioranza può contare su 80 voti sicuri del Pd, 9 di Sel e, soltanto sulla carta, sui 35 del Movimento 5 Stelle e i 17 degli ex pentastellati. In totale 141 voti favorevoli che arriverebbero a 160 con i verdiniani e i socialisti. Un numero elevato ma non sufficiente dato che la maggioranza al Senato si raggiunge solo con 161 voti e ogni astensione conta come voto contrario.