Renzi in ansia: Pd sotto il 30%? I sentiment regione per regione
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Dell'incubo sorpasso abbiamo già parlato (leggi qui): a Palazzo Chigi il premier, che in tv e nelle piazze ostenta sicurezza e serenità, è sempre più in allarme per i risultati delle elezioni europee di domenica prossima. Il timore del premier è che il Movimento 5 Stelle possa superare il 30% e conquistare il primo posto ai danni del Partito Democratico. Il presidente del Consiglio, comunque, non si dimeterebbe (leggi qui) ma certamente si tratterebbe di un terremoto politico. Stando ai sentiment che circolano al Nazareno, la preoccupazione è soprattutto per il Centro-Sud. L'impressione è che il movimento di Grillo e Casaleggio possa risultare prima forza politica in Sicilia, in Sardegna, in Calabria, in Puglia, in Campania, in Abruzzo, in Molise e in Basilicata. In sostanza tutto il Mezzogiorno potrebbe - stando ai timore dei big del Pd - votare in massa per i pentastellati. Al Centro la situazione pare più fluida.
Renzi è sicuro di essere ancora il primo partito nella rossa Toscana, in Umbria e nelle Marche. Ma anche qui la crescita del M5S sarebbe considerevole. Per non parlare poi del Lazio, dove i democratici temono un clamoroso testa a testa. Il Pd se si salva (e risulta primo partito) sarà grazie al Nord-Ovest. Al Nord-Est la preoccupazione è alta e il timore è anche qui di un'avanzata dei grillini, soprattutto in Veneto. Ma in Lombardia e in Piemonte i democratici sono convinti di essere ancora saldamente il primo partito. In casa Forza Italia, invece, c'è molta preoccupazione per l'esito del voto di domenica. La paura di Berlusconi è di restare nettamente al di sotto del 20%, anche per la concorrenza di Lega e Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. Il timore dell'ex Cavaliete è quello di arrivare dietro il Carroccio in Lombardia, uno smacco per gli azzurri. Staremo a vedere cosa accadrà nelle urne, ma per sintetizzare si può parlare di una crescente preoccupazione di Renzi e Berlusconi e di un ottimismo di Grillo, Salvini e Meloni.