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Politica
Silvio Berlusconi "indispensabile" ma la sua Forza Italia si sta disgregando
Foto: LaPresse

Silvio Berlusconi è una forza della natura. Malgrado dal 1994 sia passato un quarto di secolo, egli continua a esserlo e le campagne elettorali sono una sorta di Sacro Graal che gli ridona magicamente la giovinezza di spirito.

Un leone il Cavaliere che compare sul palco del Palazzo dei Congressi all'Eur con la folla accorsa all'assemblea dei 25 anni di Forza Italia, una folla di curiosi, tuttavia, più che di affezionati. Curiosi di dove va il partito, curiosi di capire come comportarsi, come agire, se restare o fare come tanti transfughi che - negli ultimi mesi - sono confluiti nelle più elettoralmente rassicuranti braccia della Lega di Matteo Salvini o in quelle di Fratelli D'Italia di Giorgia Meloni, vibranti di progetti futuri.

All'Assemblea Silvio tuona "siamo ancora indispensabili", dopo aver siglato l'accordo per la presentazione del candidato comune del Centrodestra in Piemonte, con il Carroccio e FdI della Meloni, la stessa che - mentre Salvini "inciucia" con i 5 Stelle al Governo - assieme allo scontento Giovanni Toti pensa a una nuova componente di Centrodestra che superi Forza Italia e che si liberi una volta per tutte del Cavaliere. Meglio fare la gamba di una Lega potente e in ascesa, del resto, che affidare le proprie sorti a un partito in disgregazione come FI.

Già, perché è questo che traspare all'Assemblea degli azzurri: il volto di una forza politica in disarmo che senza il traino di Berlusconi non andrebbe più da nessuna parte e che vede nel suo vice Antonio Tajani un leader galantuomo tuttavia sprovvisto di quel carisma utile a ribaltare le sorti tragiche del 4 marzo 2018, quando Forza Italia si scoprì subalterna alla Lega e non il contrario, innescando così tutte le sciagure successive. In primis quella dell'assenza lampante di una Destra moderata in Italia e il paradosso di un Centrodestra vittorioso di fatto alle elezioni ma tenuto lontano da Palazzo Chigi a favore del m5s. 

Su Rai1 in prima serata a Ballando con le Stelle, le allegre piroette dell'ex senatore Antonio Razzi (non ricandidato per Forza Italia e da allora criticissimo) e dell'ex deputata forzista Nunzia De Girolamo passata nella Lega rappresentano al meglio l'emblema di un partito che sta  perdendo i pezzi perché non può fondarsi più solo ed esclusivamente sulla grinta di Silvio Berlusconi. Emerge più tragica che mai la mancanza di un erede, di un delfino che possa ereditare il partito al momento necessario, di un gruppo dirigente decisivo e influente, senza contare gli ostacoli posti al Cavaliere anche nella stessa Mediaset, sempre filogovernativa e quindi non contenta degli strali lanciati dal patron contro l'Esecutivo di cui fa parte l'alleato Salvini. 

Si agita nuovamente lo spettro di un partito coeso e unito solo ed esclusivamente se governa, e sempre più debole quando invece Palazzo Chigi è lontano. Tanto che l'ombra del nuovo contenitore di Centrodestra di Toti e Meloni con la collaborazione di Raffaele Fitto gravava plumbea e inquietante come una sentenza di morte sull'Assemblea di Forza Italia, malgrado l'assenza eclatante dei tre personaggi. 

E se Silvio Berlusconi appare l'unico baluardo contro il Movimento Cinque Stelle, tutt'attorno a lui si respira un'aria amletica di attesa dell'alba quando è già il tramonto, mentre l'unico partito di Destra moderata che nell'Italia di oggi sarebbe - quello sì, davvero - "indispensabile" si dissolve inesorabilmente senza che nessuno ponga un argine alla transumanza di esponenti istituzionali e di elettori. 

Il Caimano ci ha abituati a colpi di coda improvvisi e il suo impegno in prima persona per le Europee potrebbe riservare qualche sorpresa in termini di rimonta, ma neanche lui può fare granché nel momento in cui le acque di casa sua, nelle quali dovrebbe sguazzare sicuro e tranquillo e dalle quali dovrebbe trarre forza, diventano giorno per giorno paludi di arsenico, avvelenate da lotte intestine, da avidità di poltrone, da ingratitudini di miracolati pronti a trovare nuovi posti al sole in cui brillare di luce riflessa. Mentre il Paese necessita più che mai di un partito di Destra moderata, Forza Italia di fatto muore lasciando dietro di sé un vuoto pericoloso.

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