Retroscena/ Siniscalco verso il ritorno al Tesoro
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Si è dimesso un mese fa, poco prima di Natale, dalla presidenza di Assogestioni, l’associazione dei gestori di fondi, per un forte potenziale conflitto d’interesse dopo che la banca americana Morgan Stanley da lui rappresentata in Italia ha ottenuto il mandato per il discusso convertendo di Telecom Italia. Ora, Domenico Siniscalco, secondo quanto è in grado di riferire Affaritaliani.it, è in pole position per il ministero dell'Economia, nel caso in cui il premier e Matteo Renzi decidano di far saltare Fabrizio Saccomanni.
Siniscalco, nato a Torino il 15 luglio 1954, fu nominato direttore generale del Tesoro dal primo governo Berlusconi e dal 16 luglio 2004 diventò ministro dell'Economia e Finanze nel Berlusconi II succedendo al dimissionario Giulio Tremonti, pur mantenendo la carica di direttore generale fino alla primavera successiva. Confermato al ministero nel successivo Berlusconi III, lasciò l'incarico il 22 settembre 2005 per il mancato appoggio del governo alla sua richiesta di dimissioni del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, e per le divergenze riguardo alle scelte finanziarie da attuare.
Il ritorno di Siniscalco in Via XX Settembre sarebbe fortemente voluto dal segretario del Partito Democratico visti i legami dello stesso sindaco di Firenze con il mondo finanziario britannico e in particolare della City. Non solo. Alfano e quindi il Nuovo Centrodestra avrebbero già dato il loro ok al ritorno di Siniscalco all'Economia. Disco verde anche da Monti.