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Politica
Il Super Green Pass consente lo "sciopero selvaggio" senza dichiararlo

Ma è del mestiere ‘sto Draghi?

Dopo aver visto la spettacolare gestione dell’ordine pubblico di sabato scorso, con l’assalto alla Cgil, qualche dubbio sorge. Poi verifichiamo come si applica il Super Green Pass (Decreto Legge 21 settembre 2021, n. 127) e scappa davvero da ridere.

Verrebbe proprio da dire: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, vista la scelta del governo di imporre agli italiani la tessera verde per lavorare.   

Ricapitoliamo. Con l'estensione da oggi, 15 ottobre, dell'obbligo del Green Pass a tutti i lavoratori, occorre esibire la certificazione per poter esercitare la propria attività in Italia. Ma nel Paese montano le proteste. Anche oggi ci sono manifestazioni in tante piazze di grandi città. Pensate che la situazione è incandescente al punto che il Nuovo Sindacato Carabinieri comunica che l'Arma “ha dato ordine a tutti i Carabinieri alloggiati nelle caserme di uscire dalle camerette da questa mezzanotte se non sono in possesso del Green Pass. Il Comando Generale avrebbe dato la disposizione di ordinare a chi occupa le camere di lasciarle, paragonando l'alloggio a luogo di lavoro”. In pratica non possono stare in caserma. Dove alloggeranno i carabinieri? Per strada? In un Bed and breakfast?

Ecco la procedura generale per tutti i lavoratori italiani.

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Il lavoratore che si presenta in azienda senza Green Pass, o ammette di esserne sprovvisto, sarà considerato assente ingiustificato, senza diritto alla retribuzione. E’ assente ma ha diritto alla conservazione del posto. Il lavoratore non può essere licenziato, non può ricevere sanzioni o provvedimenti disciplinari per non essersi presentato a lavoro senza Green Pass. Ma vale anche sapere che il lavoratore potrebbe ogni 2 giorni tornare a lavorare e il datore di lavoro non può rifiutarlo.

Per le imprese private con meno di 15 dipendenti il Super Green Pass ammette la sospensione del lavoratore con corrispondente stipula di un contratto di sostituzione della durata massima di 10 giorni, rinnovabile una sola volta. Il lavoratore può essere sostituito. La sostituzione per assenza ingiustificata del lavoratore scatta dopo 5 giorni ma non può durare più di 20 giorni, fissati dalla norma. Trascorsi quei 20 giorni si riparte da 0 e il dipendente può rientrare al lavoro, senza effetti. Nelle imprese più grandi non è neanche possibile la sostituzione del lavoratore assente.

Questa intermittenza può creare danni ingenti alle imprese e all’economia, se i lavoratori ripristinassero una pratica diffusa negli anni ‘60/‘70 del secolo scorso, lo sciopero detto “a gatto selvaggio”, ma senza dichiararlo. Lo “sciopero a gatto selvaggio” è una forma di lotta operaia praticata con azioni improvvise e difficilmente prevedibili ma che puntavano a paralizzare le linee di produzione delle imprese, molte volte praticata anche senza rivendicazione. Era una forma di lotta che costava poco al lavoratore e molto all’impresa. Venne cancellata da Gino Giugni, estensore dello Statuto dei lavoratori e che regolamentò il diritto di sciopero.

La legge sul Super Green Pass consente paradossalmente di tornare allo “sciopero a gatto selvaggio” senza conseguenze. Non si può essere licenziati o ricevere provvedimenti. Neanche si dichiara lo sciopero. Si resta solo a casa.

Con il governo che mette le imprese contro alcuni lavoratori e viceversa, il lavoratore potrebbe anche pensare: mors tua vita mea (“la tua morte è la mia vita”); combattendo così le discriminazioni introdotte dal Green Pass.

Immaginate se mettessero in pratica questa forma di lotta migliaia di agenti di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, lavoratori della logistica come i portuali, eccetera, cioè comparti strategici. Interi reparti potrebbero venire a mancare, anche con una semplice turnazione. Ogni giorno qualcuno sta a casa, in modo intermittente e improvviso, praticando di fatto uno sciopero ma senza dichiaralo. Si bloccherebbe il Paese.

Infatti non tutti sanno come si indìce uno sciopero in Italia. La Rsu (la rappresentanza sindacale unitaria che può esistere in ogni luogo di lavoro e viene eletta da tutti i lavoratori iscritti e non al sindacato) deve proclamare lo sciopero con un preavviso di 10 giorni proprio per evitare imprevedibili azioni di protesta dei lavoratori che arrechino danno all’impresa, ai fornitori e ai clienti, e comunicarlo alle imprese e alla prefettura che a sua volta lo comunica alla commissione di garanzia.

Ovviamente la prassi può metterla in atto solo chi non ha il Green Pass. Se i vaccinati o chi si è curato dal Covid, in possesso della tessera verde, restassero a casa sarebbero da considerare assenti ingiustificati perché hanno il Green Pass.

“E’ evidente che dal punto di vista giuridico formale è una delle tante leggi mal scritte”, spiega ad Affaritaliani.it il giurista Ugo Mattei che si è già ampiamente esposto contro il Green Pass, “questa falla apre nuovi metodi di lotta, certo”.

“Nel breve periodo effettivamente c’è il pericolo”, ci dice l’esperto di diritto del lavoro l’avvocato Carlo Mayer e pro Green Pass, “anche se le persone non prendono lo stipendio, questo va ricordato. Teniamo conto che vale fino al 31 dicembre. Effettivamente il provvedimento doveva essere uno strumento per incentivare la vaccinazione ma così com’è si è un po' allontanato da quello per il quale era pensato”.

“Questa situazione e come è formulato il provvedimento potrebbero creare danni alla crescita del Paese nell’ultimo trimestre”, ci spiega Nino Galloni, giurista ed ex direttore generale del ministero del Lavoro, anche lui contro il Green Pass, “e procurare conseguenze a cascata. Ne esce male il governo e Draghi si gioca il posto al Quirinale. L’unica soluzione per loro è abbassare la testa e arrivare ad un accordo, magari sotto traccia, con i sindacati. Prima del 31 dicembre affermano di aver vinto o di star vincendo la battaglia contro il Covid con le condizioni che suggeriscono di non applicare più il Green Pass”. O potrebbero farlo anche prima del 31 dicembre.

Fino a ieri era impensabile si potesse di nuovo praticare “lo sciopero a gatto selvaggio”.

Ma è del mestiere ‘sto Draghi?

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