Politica
Tasse, governo diviso. Meloni rilancia l'attenzione al ceto medio, Forza Italia cavalca e accelera ma la Lega stoppa tutto
Il Centrodestra litiga all'indomani del successo ai referendum

Matteo Salvini - Giorgia Meloni - Antonio Tajani.
Governo e maggioranza divisi sulle priorità in tema di di Fisco
Non sono passate nemmeno 24 ore dal successo del Centrodestra ai referendum, con il clamoroso flop di Elly Schlein e Maurizio Landini sull'affluenza alle urne sotto il 30% (considerando anche gli italiani all'estero), che il governo ricomincia a litigare. Nemmeno il tempo di godersi la sonora bastonata alla sinistra. Niente da fare. Poco prima delle ore 11 la premier Giorgia Meloni spiega, intervenendo agli Stati generali dei commercialisti alla Nuvola, all'Eur che "l'obiettivo è tagliare le tasse in modo equo e sostenibile ma il nostro lavoro non è finito e intendiamo fare di più. Intendiamo concentrarci sul ceto medio che come tutti sappiamo rappresenta la struttura portante del sistema produttivo italiano ed è spesso quello che avverte di più il peso del carico tributario. Vogliamo lavorare per rendere il sistema più equo e più incentivante per chi produce reddito e contribuisce allo sviluppo della Nazione".
Subito il primo stop arriva Giancarlo Giorgetti, titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze ed esponente storico della Lega: "Per il taglio fiscale al ceto medio ci sono ancora due anni e mezzo". Come dire, ora non ci sono soldi. Poi Maurizio Leo, vice-ministro al Mef di Fratelli d'Italia, aggiusta il tiro: "Per il taglio delle tasse al ceto medio dobbiamo trovare le risorse ed in ogni caso dobbiamo agire con prudenza". Ma all'ora di pranzo il responsabile economico di Forza Italia Maurizio Casasco ad Affaritaliani.it preme sull'acceleratore e dichiara: "E' giunto il momento di realizzare il provvedimento che consiste nell'abbassamento dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro lordi annui".
Ma alle 13.46 Matteo Salvini, leader leghista e vicepremier, stoppa tutti: "Per la Lega e per il governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l’economia del Paese, sono una priorità, anzi una emergenza”. Governo diviso sul Fisco, come si vede. Meloni apre al taglio delle tasse per il ceto medio (massacrato dalla pressione fiscale e dimenticato da tutti i governi per decenni), Forza Italia spinge e coglie la palla al balzo ma la il Carroccio non ci sta e insiste nel difendere non i lavoratori dipendenti che pagano sempre le tasse senza se e senza ma bensì le partite Iva e gli autonomia, che già tanto hanno avuto in termini di provvedimenti e aiuti dallo Stato e che non hanno un controllo sull'evasione così rigido come chi è lavoratore dipendente.
Insomma, all'indomani del trionfo sulla sinistra per il fallimento dei referendum il Centrodestra e la maggioranza trovano il modo di farsi del male e di dividersi nuovamente. E stavolta non su temi "lontani" come l'Ucraina o Trump ma sulle tasse che toccano direttamente le tasche degli italiani. Interessi divergenti di diversi elettorati, evidentemente. Questa spaccatura, evidente, nonostante il vertice a Palazzo Chigi Meloni, Tajani, Salvini e Lupi sul fine vita, che evidentemente ha lasciato le posizioni come erano prima. Appunto, divergenti.