Politica

Trasporti e fondi statali, Roma penalizzata: le responsabilità di Zingaretti

di Ignazio Marino*

Il Lazio riceve dallo Stato 576 milioni di euro all’anno, la Lombardia 853. Roma ha un territorio di 1.285 chilometri quadrati, Milano 703

Roma avrebbe avuto ogni anno quanto le spettava per far funzionare autobus, tram e metro senza doversi presentare con il cappello in mano dinanzi al presidente della Regione Lazio per ottenere ciò che le leggi prevedono ma non garantiscono. Convocai una riunione con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il presidente della commissione trasporti della Camera dei Deputati Michele Meta per informarli.

Vennero in Campidoglio nell’autunno del 2013 e quando io proposi di modificare le modalità di finanziamento dei trasporti di Roma con uno stanziamento diretto dello Stato, senza la Regione come intermediario insolvente, la riunione divenne molto tesa per la netta opposizione di Nicola Zingaretti, che preferiva non cambiare nulla e lasciare che le somme transitassero dallo Stato alla Regione e dalla Regione al Comune, e l’imbarazzo del deputato Michele Meta (presidente della commissione trasporti della Camera dei Deputati) che suggerì una non meglio precisata soluzione politica. Ne rimasi frustrato e incredulo: possibile che nessuno comprendesse quanto sia strategico per l’Italia e per Roma il trasporto pubblico della Capitale? Diedi fiducia alle loro parole e sbagliai.

Mi fidai della promessa di affrontare e risolvere il problema dei flussi di denaro dalla Regione al Comune nel settore dei trasporti entro la primavera del 2014. È ormai terminata la primavera del 2023 e nulla è stato fatto: mi rammarico, oggi, della mia incapacità di allora di comprendere che gli impegni presi da diversi rappresentanti della politica non sono come quelli presi nel mondo normale, dove a una stretta di mano e un’affermazione conseguono dei fatti. Nel 2013, al momento della mia elezione a Sindaco, trovai l’ATAC in stato di pre-fallimento, schiacciata da perdite che negli ultimi cinque anni si avvicinavano al miliardo di Euro. Alcuni osservatori sostenevano che avrei dovuto portare i libri contabili in tribunale e dichiararne il fallimento.