Trump insulta una giornalista, 'stai zitta cicciona' - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 19:34

Trump insulta una giornalista, 'stai zitta cicciona'

Trump insulta una giornalista di Bloomberg dopo una domanda sul caso Epstein. La Camera pronta a votare sulla divulgazione dei file. Ecco cosa è successo

L’ennesimo episodio destinato a far discutere l’America. Donald Trump, a bordo dell’Air Force One durante un volo di rientro verso Washington, avrebbe rivolto un insulto pesante, sessista e body-shaming alla giornalista di Bloomberg Catherine Lucey. Il tutto mentre la reporter gli stava ponendo una domanda sul dossier più scottante del momento: la pubblicazione dei file legati al caso di Jeffrey Epstein.

Secondo diverse testate statunitensi, quando la giornalista ha chiesto al Presidente perché continui a rifiutare la divulgazione completa dei documenti, Trump l’avrebbe interrotta puntandole il dito contro: “Quiet, quiet piggy. Zitta, stai zitta, cicciona.”
Un attacco frontale che ha lasciato sbigottiti gli altri cronisti presenti nel velivolo e che, una volta atterrato l’aereo, è proseguito anche sulla pista: “Bloomberg dovrebbe licenziarla”, avrebbe detto ai colleghi, definendola nuovamente “piggy”.

Un déjà-vu: quando il bodyshaming diventa arma politica

Non sarebbe la prima volta che il tycoon ricorre a espressioni simili. Già nel 2016 era stato accusato di aver insultato pubblicamente l’ex Miss Universo Alicia Machado, colpevole – a suo dire – di essere “ingrassata” dopo la vittoria. Ora lo schema si ripete, ma in un contesto molto più teso: quello della battaglia congressuale sul caso Epstein.

La mossa del Congresso: i file potrebbero diventare pubblici

Il clima a Washington è incandescente: la Camera degli Stati Uniti voterà nelle prossime ore (tra le 20 e le 2 italiane) un disegno di legge per rendere pubblici tutti i file su Jeffrey Epstein entro 30 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento.

Una maggioranza bipartisan – dai democratici ai repubblicani più lontani dalla linea trumpiana, passando persino per figure ultra-conservatrici come Marjorie Taylor Greene – sostiene la proposta, chiedendo trasparenza assoluta su uno dei casi più oscuri degli ultimi decenni.

Fuori dal Capitol Hill, alcune vittime del finanziere pedofilo hanno preso la parola chiedendo alle istituzioni di “smetterla di strumentalizzare la vicenda per fini politici”, ma allo stesso tempo di rendere noti i documenti “senza più ritardi”.

La svolta di Mike Johnson: lo speaker ora appoggia il provvedimento

A sorpresa, anche lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson – per mesi contrario al voto, su pressione diretta di Trump – ha annunciato che sosterrà la pubblicazione dei documenti.
Una posizione che potrebbe ribaltare l’equilibrio politico interno al GOP e che spiana la strada a un voto quasi unanime.

Se la Camera approverà, la palla passerà al Senato. Da lì, il provvedimento finirebbe proprio sulla scrivania di Trump per la firma finale. Un paradosso politico e simbolico enorme: Trump che deve decidere se autorizzare la divulgazione dei file su Epstein, mentre viene criticato proprio per evitarla.