Politica
Ucraina, Tajani: "Se Mosca non negozia, la guerra non finirà a breve". E sui dazi...
Le parole del ministro degli Esteri Tajani

Ucraina, il commento di Tajani
"Ho sempre detto che la guerra non sarebbe terminata perlomeno fino a fine anno. Putin ha costruito una macchina da guerra. Ora deve accettare che adesso il percorso sia quello del negoziato e della pace". Lo spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista al Corriere della Sera.
"Lo scambio di prigionieri è comunque un segnale positivo, ma non illudiamoci: la guerra non finirà in tempi brevi - rimarca - . Bisogna esplorare tutte le strade, lavorare a soluzioni per un cessate il fuoco e poi una pace giusta e duratura, anche se mentre lo facciamo cadono ancora le bombe, perché bisogna essere realisti". Trump è tornato alla carica con i dazi. Salvini parla di un'Europa a dir poco inefficiente. "Sui dazi, come dovrebbe sapere chiunque ne parli, noi non trattiamo come Italia ma tratta l'Europa - sottolinea il vice premier -. E abbiamo piena fiducia in Sefcovic e la Commissione, con cui i rapporti sono continui. A Bruxelles con il presidente Mattarella abbiamo incontrato von der Leyen, Metsola e Costa. E la premier Meloni ha facilitato il rapporto con Trump: lasciamo che le trattative proseguano".
"Non mi convince la retorica anti-europeista: noi siamo più forti se siamo uniti, non divisi. L'Europa serve a risolvere i problemi, non li crea", evidenzia. L'Italia è sempre più sgomenta di fronte alla carneficina di civili a Gaza. "Vogliamo essere efficaci, non vogliamo fare soltanto la faccia feroce per motivi di propaganda. Qualcuno pensa davvero che ritirando l'ambasciatore convinceremmo Netanyahu a fermarsi? Gli ambasciatori ci servono per parlare con i governi stranieri. Lo abbiamo detto dall'inizio e sempre più forte: basta con le reazioni militari incontrollate, basta con le vittime civili - sottolinea -. Lo facciamo anche perché siamo vicini a Israele, e non vogliamo che la legittima critica a un governo porti a vergognosi rigurgiti di antisemitismo. Essere contro Netanyahu non può diventare modo per legittimare attacchi a tutto il popolo ebraico".