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Politica
Il Consiglio Europeo isola Orban. Rutte: vada via. Draghi: rispetti trattati

Diritti LGBTQ+, il Consiglio Europeo isola Viktor Orban

L'Unione Europea isola e accerchia Orban, primo ministro ungherese che recentemente ha promosso un disegno di legge che, secondo Bruxelles, violerebbe i diritti fondamentali espressi nel Trattato sull'Unione Europea. Nello specifico 17 Capi di Stato europei (tra cui Draghi) hanno mandato una lettera ai presidenti di Consiglio europeo, Commissione e Consiglio Ue, per ribadire l'impegno nella lotta per la difesa dei diritti LGBTQ+. A queste "accuse" il premier Orban ha risposto, intervenendo al vertice Ue: "Non abbiamo quel tipo di legge, abbiamo una legge che difende i diritti dei bambini e dei genitori. Non si tratta di omosessualità".  In seguito ha accusato a sua volta i leader europei che criticano la legge di "non averla letta" e ha confermato che "si tratta di una legge ungherese già entrata in vigore". Orban ha rivendicato poi di essere "un combattente per la libertà" e di aver "combattuto per la libertà durante il regime comunista". "Io difendo i diritti degli omosessuali ma questa legge non riguarda gli omosessuali, riguarda le famiglie. È su come i genitori vogliono che venga trattata l'educazione sessuale dei propri figli", ha aggiunto.

Diritti LGBTQ+, Draghi: "Rispetti i trattati"

Si esprime con parole forti il Presidente del Consiglio Draghi: "Spetta alla Commissione stabilire se l’Ungheria viola o no il Trattato". "Guarda che questo trattato, sottoscritto anche dall’Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del trattato stesso", ha ricordato Draghi al premier ungherese. Si uniscono a lui anche i premier lussemburgese, portoghese e belga. Il primo, Xavier Bettel, ha dichiarato: "Ci conosciamo da otto anni, ma questo mi tocca", "non sono diventato gay. Lo sono, non è una scelta. Guarda quante persone Lgbtq si suicidano. Tutto ciò è molto brutto". "È stigmatizzante. Ora abbiamo manifesti anti-gay in Francia, così rendi le persone una minoranza. È davvero terribile in un Paese europeo. Mia madre odia che io sia gay, ci convivo. E ora lo metti in una legge. Ti rispetto, ma questa è una linea rossa. Riguarda i diritti fondamentali, il diritto di essere diversi", ha aggiunto nel suo toccante discorso, secondo quanto riportato da fonti europee.

Diritti LGBTQ+, Costa: "Se ti unisci all'Ue giochi secondo le regole"

Antonio Costa ha invece ricordato al suo omologo ungherese che l'adesione ai principi dell'Ue "non è facoltativa". "L'Ue non è un impero in formazione come l'Urss". "Hai deciso volontariamente di entrare nel club - conclude - siamo stati felici che tu abbiamo voluto entrare ma se ti unisci, devi giocare secondo le regole e i valori. Alcuni Paesi come la Svizzera e la Norvegia non vogliono entrare nell'Ue e vogliono solo partecipare alla parte economica". Infine anche il premier belga Alexander De Croo, si è espresso in sull'argomento: "La discussione sulla legge ungherese anti-Lgtbqi è stata piuttosto eccezionale, storica. A mia memoria è la prima volta di un confronto così franco. È più di quanto mi aspettassi: quasi l'unanimità del Consiglio ha detto con chiarezza a Viktor Orban che la norma è inaccettabile. Nella sala il leader" magiaro "era isolato, ha avuto sostegno solo dalla Polonia ed un po' dalla Slovenia. Ed ora" Budapest "va incontro ad una procedura di infrazione". 

Diritti LGBTQ+, Mark Rutte: "Se Orban ha diversi valori esca da Ue"

Parole forti e di sfida anche dal premier olandese Mark Rutte che, rivolgendosi direttamente al premier ungherese gli intima di uscire dall'Unione Europea utilizzando l'articolo 50 come il Regno Unito se i valori fondamentali non si confanno alla sua visione.

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