Unioni civili, il Pd chiede il rinvio di una settimana - Affaritaliani.it

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Unioni civili, il Pd chiede il rinvio di una settimana

Tornano in Aula le unioni civili, dopo la giornata burrascosa di ieri con il tentativo Pd di confermare la corsa preferenziale del supercanguro e il dietrofront dei Cinque Stelle. E in Senato arriva una nuova richiesta di rinvio dell'esame del ddl. Questa volta a chiedere una riflessione "di qualche giorno" è il Partito democratico. La richiesta è stata avanzata in Aula dal presidente dei senatori dem, Luigi Zanda: "Ieri abbiamo registrato un fatto politico nuovo - ha detto in apertura di seduta -: un gruppo che sembrava favorevole a un iter del provvedimento ci ha ripensato. Quindi serve un lavoro di riflessione per riannodare dei fili politici" e, ha insistito, per "fare una buona legge".

Il presidente Grasso ha accolto la richiesta di convocare la Conferenza dei capigruppo come chiesto da Zanda. Alla richiesta, ha sottolineato Grasso rendendo nota la sua decisione, "hanno aderito anche altri capigruppo". Ieri sera l'Aula di Palazzo Madama aveva approvato la richiesta di sospensione avanzata da Sel. La legge sulle unioni civili, a questo punto, è a rischio: "È evidente di chi sono le impronte", ha commentatola ministra per le Riforme Maria Elena Boschi. Ma il Pd non indietreggia: "Ieri c'è stato un passaggio che ha complicato una situazione già complicata, noi non molliamo. Come governo non possiamo che seguire con attenzione l'evoluzione della dialettica parlamentare", ha commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a margine di un convegno sulle agromafie, a Roma. "Abbiamo chiesto una settimana per riflettere, avere la maggioranza e portare a casa la legge", ha annunciato il senatore Pd Andrea Marcucci, padre del 'canguro'. Ma c'è, anche all'interno del Partito democratico, un ritorno della legge in Commissione: "Ora vedremo cosa accadrà non escludo un ritorno del testo in Commissione. Probabilmente si dovrà ripensare, comunque, un percorso parlamentare", è la posizione della senatrice cattodem, Rosa Maria Di Giorgi.
 
Amareggiata la senatrice del Pd, Monica Cirinnà:  "Mi sono fidata del Movimento 5 Stelle e ne pagherò l'errore", si è sfogata  parlando in Transatlantico con i giornalisti. "Mi prendo la responsabilità di questo errore e la mia carriera politica la chiudo con questo scivolone", ha aggiunto. Il 2081, cioè il disegno di legge sulle unioni civili, spiega la 'madrina' "lo abbiamo scritto, nella sua ultima versione, per rispettare la scadenza voluta da Renzi del 15 ottobre, io, Tonini e Lumia nella stanza di Tonini. E questa versione rappresentava l'accordo raggiunto nel Pd sulla materia. Era nel totale rispetto del programma di governo".

Opposizioni protestano. "Arrendetevi". "Vergogna". "Quale ulteriore riflessione dopo 69 sedute di commissione?". Le opposizioni hanno protestato in Aula alla richiesta avanzata dal capogruppo Pd: "Votiamo - l'indicazione che è venuta invece dai banchi M5S -. Non è vero che volete la legge"."Vergogna".

"Io chiedo che si ritiri l'emendamento Marcucci e poi si convochi la capigruppo", ha detto senatore della Lega Roberto Calderoli. "Giocate a trattare di mattina con noi e la sera con M5S e non andate da nessuna parte", ha proseguito, rivolto al Pd. Infine, la battuta: "Evitiamo che una legge di una animalista sia approvata col canguro...".

"Non si possono barattare i diritti con la democrazia", ha detto Nunzia Catalfo M5s, che ha aggiunto che il Movimento è "categoricamente contrario a qualsiasi rinvio", insistendo sulla necessità di "eliminare tutti gli emendamenti che ledono la dignità dei cittadini".

"La capigruppo sia la sede opportuna in cui riaprire le discussione sulle unioni civili, al limite che si ritorni  in commissione, che mi sembra l'unica possibilità che il Parlamento si può concedere", ha detto il capogruppo di FI al Senato Paolo Romani. "Non possiamo avere una capigruppo al buio, in cui l'unico tema è rinviare di 48 ore l'esame sulle unioni civili - ha aggiunto -. È giusto entrare nel merito, capire se riproporre martedì l'emendamento canguro, quali voti segreti concedere".

Favorevole a un rinvio Renato Schifani di AP: "Condivido la richiesta di una capigruppo per un rinvio, per ripristinare una serie di situazioni e di rapporti politici. Credo si possa trovare un'intesa all'interno di questa maggioranza che finora ha permesso l'approvazione di importanti riforme e anche un'intesa su un tema in cui la maggioranza degli italiani ci chiede di intervenire, tralasciando temi divisivi invece come la stepchild adoption", mentre Gaetano Quagliariello del Movimento Idea-Ga chiede che "si torni in Commissione in modo da potersi presentare alla fine in Aula con un relatore, senza forzature. In caso contrario penso che la proposta del Movimento 5 stelle sia la più limpida e corretta".

Su Twitter, invece, Renato Brunetta (Fi) si interroga su quale tipo di patto ci fosse tra Pd e M5s: "#unionicivili. È la prima sconfitta parlamentare di Matteo Renzi, che se la intesta! Che accordo c'era? Chi l'ha fatto?"

Bagarre in Aula.  Rissa sfiorata tra M5s ed ex del Movimento. Mentre parlava Nunzia Catalfo sono volate parole grosse tra Alessandra Bencini, oggi in Idv, e alcuni senatori Cinque Stelle. La tensione è salita quando Laura Bottici, che è questore del Senato, ha cominciato ad inveire aggressivamente su Bencini. A fermarla, facendo scudo col suo corpo, è stato un altro questore, Antonio De Poli dell'Udc. L'atteggiamento di Bottici è stato stigmatizzato dal presidente Grasso. "I questori dovrebbero mantenere l'ordine...".

Le ipotesi in campo. Ora resta da capire come i dem proveranno a superare l'impasse: accettare uno stralcio della stepchild adoption? Insistere con l'emendamento Marcucci - il canguro che permetterebbe di evitare decine di voti segreti e centinaia di proposte di modifica - cercando in Aula i voti favorevoli? I retroscena dall'Argentina - da cui tornerà oggi - offrono un'unica certezza: quella di un Matteo Renzi furioso con i grillini per la loro marcia indietro alSenato. E di un Movimento Cinque Stelle scosso dalla decisione di ieri: quella di dire no alla corsia preferenziale per il provvedimento. Proprio stamattina il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, scrive su Twitter: "Ddl Cirinnà, un'occasione persa. 'A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca'. Don Milani, frase che si adatta spesso bene".