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Politica
Padre Georg futuro Papa? Il Vaticano dopo Ratzinger, cosa accade
Georg Gänswein

Se Papa Woytila lo fece con la spada, anzi lo spadone, con il vigore e la forza che tutti gli riconoscono, Papa Ratzinger, teologo ed intellettuale, agì con discrezione, utilizzando il fioretto, ma non rinunciando a stoccate decisive, come quando presso l’università di Ratisbona fece una lectio magistralis che provocò una forte reazione islamica.

Ma veniamo al presente.

Ormai Ratzinger era da 9 anni e mezzo confinato nel Monastero di Santa Marta, dentro le mura vaticane in un silenzio quasi assoluto.

Dal giorno della scomparsa, il suo segretario particolare, padre Georg Gänswein, ha invece cominciato a parlare e lo ha fatto in una maniera inaspettatamente critica nei confronti di Papa Francesco citando delle anticipazioni del suo prossimo libro "Nient'altro che la verità":

“Lei rimane prefetto ma da domani non torni al lavoro", gli disse Papa Bergoglio relativamente al suo congedo da Capo della Prefettura della Casa Pontificia, avvenuto nel 2020.

Padre Georg così descrive la situazione: "Restai scioccato e senza parole".

Papa Ratzinger, a cui non mancava una fine ironia, ebbe così a commentare: "Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode…".

"Ci si rese conto sempre di più che effettivamente c’erano due visioni della Chiesa" e che –continua Georg- "queste due tifoserie creavano una tensione"., nonostante i rapporti tra i due Papi fossero formalmente improntati ad una sorta di dolce rispetto.

Ma Papa Francesco è un gesuita che sa come vanno le cose nel mondo. Di formazione tecnica, è un chimico di laboratorio, sostituì gli atomi con la fede, dopo una gioventù avventurosa che lo vide addirittura nelle vesti di buttafuori a Buenos Aires.

Il suo percorso ecclesiastico si dovette necessariamente confrontare con la dittatura argentina del generale Jorge Videla che conquistò il potere il 24 marzo 1976. La dittatura finì nel 1983 e all’epoca Bergoglio era padre provinciale dei Gesuiti argentini, un ruolo assai rilevante nella cattolicissima nazione sudamericana.

Nel 2005 uscì un libro di un giornalista di sinistra Horacio Verbitsky che accusava Papa Francesco di complicità nel rapimento di due sacerdoti gesuiti ostili al regime, Orlando Yorio e Francisco Jalics

che avevano a loro volta accusato Bergoglio di complicità nel rapimento. Jalics successivamente ritrattò.

Il Vaticano ha sempre respinto ogni accusa addebitandola alla “sinistra anticlericale”. Bergoglio fu successivamente ascoltato – una volta finita la dittatura e restaurata la democrazia - come persona informata dei fatti e non fu mai indagato.

Questo episodio rivela però per alcuni come Papa Bergoglio non sia un “progressista”, come spesso è considerato, ed analizzando la sua vita e i suoi discorsi, non pochi lo considerano un peronista ereditando da quel movimento politico l’ambiguità di base tra destra e sinistra.

In effetti il suo pontificato è stato caratterizzato da una sorta di “populismo bianco” che ha riscosso molto successo tra le masse dei fedeli ma che ha creato anche qualche confusione dottrinale.

Con la scomparsa di Ratzinger ora i giochi si riaprono in Vaticano. Papa Francesco è anziano e stanco e spesso ha fatto accenno ad ambigue affermazioni circa sue possibili dimissioni.

La componente conservatrice che faceva riferimento a Papa Ratzinger invece sta uscendo allo scoperto e l’insospettabile attivismo di Padre Georg induce a pensare che la “guerra” ideologica tra conservatori e progressisti in Vaticano ora sia ufficialmente aperta e un ruolo determinante lo potrebbe avere proprio colui che fu suo segretario particolare e che aveva già pensato a fare un libro d’accusa con il Papa tedesco ancora in vita.

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