Salvini ad Affaritaliani.it: io premier e le carte le dà la Lega
Matteo Salvini apre le porte del suo ufficio nella sede della Lega Nord a Milano, in via Bellerio, e concede una lunga video-intervista al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino e al responsabile della politica Alberto Maggi, in occasione del lancio del nuovo Affaritaliani.it.
Facciamo chiarezza, lei vuole fare il sindaco di Milano o il premier? "Il cuore dice sindaco, perché ho i piedi e le radici profonde a Milano, ma la ragione dice che se c'è una partita nazionale non voglio lasciare campo libero solo a Renzi. C'è un enorme spazio di normalità al di là del segretario del Partito Democratico e quindi se ci fosse bisogno ci giochiamo la partita a livello nazionale". Una scelta chiara, dunque, che spinge il leader del Carroccio verso la corsa per Palazzo Chigi, anche perché - afferma - "in questo momento fare il sindaco di Milano con lo Stato che ti massacra e tu che devi far pagare il tram agli anziani non serve. Prima cambi l'architettura partendo da Bruxelles, che è la più enorme rapina degli ultimi 20 anni, e poi semmai torni qui".
Però il sindaco di Verona Flavio Tosi va dicendo che c'era un accordo in base al quale sarebbe stato lui il candidato premier del movimento in caso di primarie del Centrodestra. Salvini non si scompone ma lancia un messaggio chiaro: "Ragazzi, qua cambia tutto ogni quarto d'ora. Se cresci in maniera simile c'è spazio per tutti. Tosi è uno dei migliori che abbiamo. Poi chi fa cosa... Cosa fa Salvini è l'ultimo dei problemi. Però - ecco il siluro a Tosi - non si può ragionare che io un anno e mezzo fa dissi...". Il segretario leghista a questo punto schiocca le dita in modo eloquente e afferma: "Su, ragazzi...". Molto cauto su Maroni, che, si dice, starebbe con il primo cittadino di Verona. "Maroni è vicino a tutti e non mi interessano queste polemiche".
Capitolo Quirinale. Come anticipato da Affaritaliani.it, Napolitano si dimetterà a fine anno. Salvini è categorico: "Non mi dispiace per niente, anzi, visto che Napolitano ha collaborato alla costruzione di una gabbia europea che ci sta massacrando". E i nomi che circolano per il successore? "Sono terribili. Romano Prodi, Walter Veltroni, una 'donna' indicata dalla Boldrini. Peggio che andar di notte", chiosa il leader del Carroccio.
A questo punto il direttore Perrino chiede dove siano finite le parole d'ordine di una volta della Lega. Il federalismo? Salvini non ha dubbi: "E' assolutamente ancora attuale. Fa bene al Nord e, per fortuna, lo stanno capendo anche al Sud. Bruxelles e Roma se accentrano fanno i disastri". La secessione l'avete messa in soffitta? "In questo momento l'emergenza è la disoccupazione e avere la Padania libera con una serie di fabbriche chiuse non mi dà una grande soddisfazione".
Entriamo nel programma leghista, cinque slogan di Salvini. "La battaglia delle battaglie è l'Europa, prima la distruggiamo e poi la ricostruiamo su presupposti diversi e meglio è". E a questo punto il leader del Carroccio svela chi è per lui il nuovo ideologo del movimento: "Il professor Alberto Bagnai ha il merito storico di avere aperto gli occhi a tanti, anche a me, sui disastri dell'euro e per capirne di più consiglio il sito Internet www.asimmetrie.org". Quindi è il nuovo Miglio? "Viene da sinistra, è un comunista pentito perché le prime vittime dell'euro sono gli stipendi dei lavoratori e degli operai".
Il secondo punto della sua agenda politica, spiega Salvini, "è l'immigrazione. Da gestire, controllare e qualificare". Poi per il leader leghista ci sono i valori. Dicono che sono liberal perché ho l'orecchino, ma un conto sono i diritti dei singoli e un conto è il matrimonio che è tra uomo e donna e un conto è il bimbo che deve essere adottato dalla mamma e dal papà". Chiaro il messaggio alle recenti aperture di Berlusconi su questi temi scottanti. Un altro punto cardine della proposta di Salvini è "la difesa del 'made in', in particolare dell'agricoltura. Senza manifattura e senza agricoltura un paese muore. I cosiddetti tarocchi ci costano 60 miliardi di euro all'anno, ovvero una manovra". Poi il lavoro, che "non è né il Job Act né l'Articolo 18 ma la legge Fornero da cancellare". Non solo, anche "l'abolizione degli studi di settore e la flat tax". A proposito della tassa unica, Salvini annuncia: "Presenteremo la nostra proposta a Milano sabato 13 dicembre e per l'occasione ci sarà il suo inventore che viene apposta dagli Stati Uniti, Alvin Rabushka".
Passiamo al progetto della nuova Lega gemella del Centro-Sud. "Partirà a breve", spiega il segretario del Carroccio. "Stiamo valutando il nome e l'organizzazione. Ogni giorno mi arrivano cento richieste di adesione dalle regioni del Sud".
Parlando di Sud e in particolare di Puglia, il discorso arriva su Forza Italia: come sono i rapporti con Raffaele Fitto? "Non so cosa succederà in Forza Italia, ma spero che accadrà qualcosa. Capisco i problemi che sta vivendo perché li abbiamo vissuti anche noi. Però prima costruisci qualcosa di nuovo e meglio è". Domanda secca: Berlusconi è un uomo del futuro o del passato? "Ha fatto tantissimo e potrebbe fare ancora tanto, ma non come uomo solo". A questo punto Salvini propone un paragone tra l'attuale ruolo che ha Bossi nella Lega e quello che potrebbe fare l'ex Cavaliere. "Bossi, che ha ancora il suo ufficio in Bellerio, ci consiglia ancora. E spesso la vede più lunga degli altri. Ad esempio sul Tfr è mesi che dice che bisogna ridarlo alle aziende. Un ruolo simile potrebbe avere Berlusconi". E l'erede in Forza Italia dell'ex premier lo vede? "Ce ne sono di persone in gamba in Forza Italia, basta che riescano ad emergere senza che li asfaltino...", chiosa Salvini. Che su Alfano (perduto?) è categorico: "No comment".
Capitolo alleanze. Si è parlato di una possibile fusione con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni... Salvini si fa serio e risoluto: "La Lega è la Lega, stiamo preparando la scommessa di rappresentare il 51% degli italiani. Certo, ci sono buoni rapporti con Fratelli d'Italia, dove siamo alleati in Emilia-Romagna per le Regionali del 23 novembre, ma la Lega è la Lega".
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