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Virata dell'Italia in Ue: "Senza fondi per migranti non sosteniamo l'Ucraina"

di redazione politica

Il nostro Paese si è opposto a scorporare dalla trattativa i 50 miliardi per Kiev dalle sovvenzioni per l'emergenza migranti che ammontano a 15 mld

Ue, l'Italia cambia strategia e "abbandona" Kiev. La mossa che cambia le carte in tavola

L'Italia in Europa ha deciso di cambiare strategia, basta fondi all'Ucraina se non arrivano risorse per i migranti. La posizione del governo italiano al tavolo negoziale di Bruxelles - si legge su La Stampa - è persino più oltranzista di quella che la premier Giorgia Meloni ha espresso al suo interlocutore al telefono, convinta di parlare con il presidente dell’Unione Africana ma che in realtà era un comico russo. Alla domanda se tutti i fondi Ue ora andranno all’Ucraina, la presidente del Consiglio ha assicurato: "Sto lavorando per fare in modo che vadano anche all’Africa". Roma sta difendendo questa linea da circa due mesi, nonostante l’allarme di chi teme che lo stallo nei negoziati tra gli Stati Ue lascerà Kiev senza il necessario sostegno economico europeo a partire dal 1 gennaio 2024.

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Proprio per questo alcuni governi, in primis quello tedesco, - prosegue La Stampa - hanno proposto di scorporare dalla trattativa i 50 miliardi destinati a Kiev e di affrontare le altre questioni senza l’urgenza del calendario. Ma l’Italia si è opposta, difendendo la cosiddetta "logica di pacchetto", secondo la quale "finché non c’è accordo su tutto, non c’è accordo su nulla". La motivazione addotta dal governo italiano, secondo fonti diplomatiche europee, è stata la seguente: "Come possiamo giustificare ai nostri cittadini un aumento dei contributi all’Ucraina se in cambio non otteniamo un sostegno economico per far fronte alle sfide legate ai flussi migratori?". Per l’immigrazione sul piatto ci sono 15 miliardi: fino a quando non ci sarà un'intesa su queste risorse e sui 10 miliardi per l’industria, i fondi per Kiev dovranno attendere.