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Consiglio Regionale Puglia, nuova sede: risposta Valenzano/Pulli e replica M5S

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha ricevuto una nota degli ing. Antonio Pulli e Barbara Valenzano esplicativa sulla questione della nuova sede del Consiglio regionale, in costruzione nel quartiere Japigia di Bari. Lo stesso presidente Emiliano ha confermato che nella prossima seduta del Consiglio potrà mettere a disposizione di tutti i consiglieri ogni ulteriore informazione utile sulla questione.

Consiglio RP1

Il testo della nota degli ing. Barbara Valenzano e Antonio Pulli:

Egr. Presidente,

la presente in esito alle intese verbali e per le valutazioni che riterrà più opportune, compresa l'opzione della pubblicazione.

Nonostante la massima disponibilità, personale e degli uffici, a fornire tutti gli atti e le notizie richieste dai consiglieri del M5S, per dovere di trasparenza, si rileva, dall’ultima querelle riguardante la realizzazione della Nuova Sede del Consiglio Regionale, l’esplosione incontrollata di notizie erronee o, comunque, rappresentate al fine evidente di suscitare lo “scandalo” popolare rispetto ad un argomento di particolare complessità.

Non interessa l’aspetto politico della vicenda, bensì tutelare l’operato della Amministrazione rappresentata nonché, la professionalità e l’impegno profuso nella realizzazione di una importante opera pubblica, restituendo alla comunità informazioni veritiere.

Valenzano Barbara

Ragion per cui, è doveroso affermare il fatto che la quinta perizia di variante, è stata approvata con atto dirigenziale n. 273 del 6.6.2018, così come i dirigenti pro tempore hanno approvato le precedenti perizie; ciò sempre sulla base di direttive della Giunta Regionale che, per la 4^ e 5^ perizia, risalgono alla D.G.R. n. 891/2013. Pertanto, non non risponde al vero ogni differente affermazione.

A questi atti, si rinvia per i dati oggettivi della vicenda, per evidenti esigenze di brevità.

Nel merito delle discutibili notizie diffuse.

La prima considerazione è che NON ESISTE il costo di 95 ml.: tale asserita cifra deriverebbe, a dire dei consiglieri  M5S, da una sommatoria di 39,5 ml netti (quale importo contrattuale per l’esecuzione dell’opera, in esito alla gara) con gli importi (presunti, ma errati) delle varianti, sommati due volte, definiti, dagli stessi, una volta “variante progettuale” ed una seconda volta importo delle “5 varianti in corso d’opera”.

Si tiene a ribadire che il costo dei lavori, al netto del ribasso di gara, dal 2010, ad oggi, è passato da € 40,20 milioni ad € 56,30 milioni con un incremento di € 16,10 milioni, di cui solo € 14 milioni (pari al 34,8%) sono serviti per il Consiglio regionale mentre i restanti € 2,1 milioni sono serviti per completare le aree esterne connesse ai restanti Uffici della Giunta regionale.

Consiglio RP

A fronte di ciò, l’importo complessivo dell’opera, per il quale sussiste sempre l’impegno finanziario originario, è rimasto sempre invariato e pari ad € 87,166 milioni.

 La notizia, artatamente diffusa, per cui i costi sarebbero lievitati da € 39,5 a € 95 milioni, è frutto di una fantasiosa o quanto meno erronea interpretazione o rielaborazione, convenedo appunto, con i consiglier M5S, su un unico fatto,  che la matematica non è una opinione e nemmeno un artifizio!

Le motivazioni generali del suddetto incremento del 34,8% sono ampiamente riportate nell’atto dirigenziale n. 273/2018 con dovizia di particolari (per chi ha volontà di leggere), motivo per cui in questa sede ci si limiterà a fornire, di seguito, soltanto qualche breve considerazione riguardo le specifiche contestazioni formulate dal M5S.

 

Rispettare le norme (anche sopravvenute) costituisce per la P.A. un obbligo ineludibile (nel caso specifico i Criteri Minimi Ambientali del D.M. 24/12/2015, tra gli altri, ivi incluso l’efficientamento energetico degli edifici pubblici).

E' vero che la PA è chiamata a rispettare il principio di economicità, ma questo non coincide con il principio del minor prezzo: infatti, il rispetto di nome più restrittive in termini ambientali e più prestazionali, comporta un miglioramento del livello di efficacia ed efficienza, anche nel tempo, da cui consegue una naturale lievitazione dei costi iniziali di investimento.

D’altronde, ci sarà una ragione se esistono sul mercato lavatrici da 200€ ed altre da oltre 1000€; spesso le prime sono in classe C le seconde in classe A+++.

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Per la NUOVA SEDE regionale del Consiglio regionale, a causa di normative sopravvenute e previsione ex D.G.R. 891/2013, è prescritta la classe A3, fatto che comporta l’utilizzo di “lavatrici di fascia alta”, per esprimere il concetto per analogia, ossia materiali adeguati allo standard richiesto per legge.

 In ragione di tale principio, il presunto spreco per l’acquisto di plafoniere da € 637 trova una prima spiegazione nelle migliori “prestazioni illumino-tecniche”: le plafoniere a neon hanno un rendimento luminoso del 59% ed una vita utile di 20.000 ore ed un fattore di abbagliamento fuori norma. Le plafoniere a led individuate hanno efficienza superiore a 120, vita utile maggiore di 50.000 ore e tutti gli altri indici a norma, oltre a consentire la regolazione del flusso luminoso (sono dimmerabili).

Peraltro, una ulteriore importante spiegazione risiede nel fatto che i consiglieri M5S hanno trascurato di tener conto delle spese di mano d’opera, nolo, trasporto, montaggio, che incidono per il 31% del prezzo di acquisto, calcolato con apposita analisi come per legge, che porta il valore di acquisto a circa 440 euro ( e non 637 €) . Inoltre, è sufficiente confrontare la vita utile delle diverse tipologie di lampada per comprenderne la convenienza economica della scelta effettuata.

 Per quanto attiene ai controsoffitti, non si rileva quale sia il sovraprezzo che passerebbe da € 3.50 ad € 56; infatti, non esiste un prezzo qualsiasi di controsoffitti  da € 3.50 in tutti gli elaborati! D'altronde, con € 3.50 ci si compra poco, in termini di controsoffitti. Se non è un abbaglio, sarà un errore. Il prezzo del controsoffitto originario era di € 23 e si trattava di un controsoffitto meramente estetico senza caratteristiche di isolamento acustico e termico, leggero e con dimensioni 400x2000: il sovraprezzo a € 56 trasforma il controsoffitto in un'altra cosa, dim. 600X600 con caratteristiche e composizione costruttiva totalmente differenti che consentono  di conseguire la fono assorbenza prescritta dai CAM (D.M: 24/12/2015) e una migliore efficienza e rendimento termico del’intero edificio, con notevole riduzione, negli anni,dei costi di gestione.

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 Analogo discorso vale per le pareti divisorie, in cui se si raddoppia il numero dei pannelli in carton gesso costituenti una parete, ci si deve pur attendere, quanto meno, un raddoppio del prezzo: le caratteristiche costruttive e termo-acustiche della parete saranno ben differenti, pur tenendo conto di importi limitati.

 Per quanto concerne le spese tecniche sono lievitate da € 8,8 milioni del progetto originario a 11,2 milioni nella 5^ perizia (si ribadisce approvata nel giugno 2018!), con un incremento, proporzionato a quello dei lavori, pari al 27,3%. L'affermazione che le spese tecniche siano passate da 3 a 12 milioni è priva di ogni fondamento.

Infine, l’unico periodo di sospensione, riscontrabile in atti, va dal verbale di sospensione parziale del 24.07.2013 al verbale di ripresa del 21.05.2014 per circa 10 mesi. E non 1000 giorni di sospensione totale dei lavori come sostenuto! I lavori sono stati rallentati in alcuni periodi, non sospesi, nel resto del tempo, ma forse dire 1000 giorni si è ritenuto di maggior effetto.

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Quindi, i maggiori costi aggiuntivi delle opere, come detto in precedenza, per circa 14 milioni , sono stati determinati da adeguamenti normativi e miglioramenti funzionali, ivi incluse opere non previste ed intervenute a seguito di mutate esigenze (vedi ad esempio Edificio Polifunzionale, ecc.).

In conclusione, pur comprendendo le difficoltà di lettura dei dati dell'appalto, in parte evidente vista la complessità tecnica, a voler essere generosi, ed in parte voler giustificare il tutto solo con esigenze di sensazionalismo comunicativo, si coglie, da parte dei consiglieri M5S, un’approssimazione sicuramente disallineata con l’impegno e la professionalità che la Sezione LL.PP profonde quotidianamente.

Certamente è più facile criticare che fare, perciò, alla luce di quanto espresso, si ritiene doveroso provvedere, a difesa dell’operato di tutti, a rimettere gli atti all’ANAC, pur fuori da ogni obbligo di legge, oltre a valutare ogni possibile ulteriore azione da intraprendere necessaria a tutelare la propria onorabilità.

Ciò nel convincimento che al di la delle strumentali e capziose affermazioni del M5S, tutta l’attività delle strutture regionali intervenute è stata orientata a migliorare la qualità dell’opera ed a garantire il massimo risparmio di gestione a vantaggio della comunità pugliese.

Distinti saluti.

Ing. Antonio Pulli                                                                              Ing. Barbara Valenzano

 

M5S Puglia

La replica dei consiglieri del M5S non si è fatta attendere, con le precisazioni elencate in una nota diffusa dai pentastellati:

“Comprendiamo la necessità della dirigente Valenzano di difendere, forse su richiesta, il datore di lavoro Michele Emiliano”, esordiscono i consiglieri 5 Stelle, “Tuttavia pur sorvolando sulla singolarità di una dirigente che risponde ad una conferenza stampa di un gruppo politico non possiamo non constatare la debolezza degli argomenti che leggiamo nella sua replica di fronte alle numerose criticità documentate e inconfutabili che abbiamo presentato”.

 “Innanzitutto ricordiamo alla dirigente Valenzano che la 5a variante è stata approvata nel maggio 2016 data in cui, se la memoria non inganna, il Presidente della Regione Puglia era lo stesso Emiliano che come tale era all'epoca, come oggi, il controllore e il responsabile dell'amministrazione regionale”.

“Ci sforziamo di comprendere altresì - aggiungono dal M5S - anche lo sforzo di raccontare "quante cose belle" siano state acquistate con la variante in questione, ma i dubbi sollevati nella conferenza stampa di cui siamo disponibili ad inviarle una copia video per qualsiasi chiarimento, non sono mai stati relativi alla tipologia di oggetti acquistati quanto agli ingiustificabili prezzi o sovrapprezzi applicati agli stessi”.

Laricchia DiBari

“La Valenzano forse non sa - precisano Laricchia e gli altri consiglieri - che i prezzi dell’appalto sono stati fissati non 15 anni fa, nel 2003, ma in sede di progetto esecutivo redatto nel 2010, quando l’importo dei lavori, per enorme aumento di opere e non per aumento di prezzi, aveva raggiunto l’importo di circa 67 milioni. Se variazione di prezzi c’è stata, questa va riferita non a 15 ma a 8 anni fa, e cioè alla data dell’appalto nel 2010. E comunque l’enorme aumento del costo dopo il 2010 è dipeso non dal normale aumento dei prezzi di mercato ma soprattutto dagli enormi e ingiustificati prezzi attribuiti alle opere in variante”.

“D’altronde la dirigente Valenzano vuole davvero convincere noi e i pugliesi del fatto che in degli uffici pubblici sia opportuno acquistare delle plafoniere che costano 637€ al pezzo quando sul mercato plafoniere con prestazioni illuminotecniche assolutamente identiche sono reperibili a 130-150€? Le ricordiamo che il requisito di agire secondo criteri di "economicità e di efficacia" non è un capriccio di un gruppo politico ma è una precisa disposizione di legge. E come si giustifica un sovrapprezzo per un controsoffitto che passa da 3,50€/mq ad oltre 56€/mq? O vuole provare a spiegarci l’indiscutibile e inaccettabile dato di circa 1000 giorni di sospensione lavori?”

Bozzetti Laricchia M5S

“Altra dimostrazione di quanto il direttore Valenzano conosca poco il progetto e il procedimento (dal momento che è stata incaricata di effettuare una indagine interna sulla vicenda) – sottolineano i pentastellati - riviene dalla sua affermazione secondo cui sarebbero state apportate modifiche obbligatorie per rispettare la legislazione antisismica. La Valenzano non sa, in modo grave e preoccupante, che l’adeguamento alle norme sismiche intervenne nel 2009 e cioè un anno prima dell’appalto e che dalla data dell’appalto (2010) fino alla data della 5a variante (maggio 2016) non c’è stata alcuna variazione della normativa sismica. Risulta pertanto essere non vera e deviante l’affermazione secondo cui i costi della quinta variante sarebbero dipesi dall’adeguamento a normativa sismica”.

“Ha ragione la Valenzano a ricordare che è un'opera che risale a 15 anni fa e che doveva essere completata con urgenza ed è per queste ragioni che in casi come questo sarebbe meglio e più opportuno rimanere in un decoroso silenzio almeno per rispetto dei cittadini che sono costretti a pagare l’alto prezzo di questa sciatteria”.

Sala consiglio regionale Puglia

“A tal proposito risulta strano che invece contesti la cifra dei 95 milioni di euro (pur non dicendo quale sarebbe dunque a suo parere la cifra) relativa all'attuale entità dei lavori dal momento che, se la matematica non è una opinione, sommando ai 39.500.000 € iniziali, i 27.830.690€ delle varianti progettuali e gli altri 27.668.000 € delle 5 varianti in corso d'opera si arriva proprio alla cifra di 95 milioni. D’altronde basterebbe che esaminasse solo come i progettisti hanno determinato la loro parcella di quasi 12 milioni che riviene proprio dall’applicazione di una percentuale di circa il 12% sull’importo dei lavori di, appunto, 95 milioni”.

“Apprezziamo in ultimo la disponibilità della Valenzano a rilasciarci ogni documentazione utile – concludono dal M5S - anche perché è tenuta a farlo su richiesta di un consigliere regionale, ma non è a noi che dovrà dare spiegazioni quanto piuttosto, se sarà necessario, alle autorità giudiziarie a cui come annunciato presenteremo a breve un esposto con tutta la documentazione”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Consiglio Regionale nuova sede, per il M5S: 'Un pozzo di S. Patrizio'

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